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Il decreto rilancia solo chi si affretta

Arrivare primi è fondamentale per accedere a bonus e sgravi. Poi finiranno i fondi

Il decreto rilancia solo chi si affretta

Avete presente il ragionier Fantozzi che arriva stremato, dopo una maratona «epica», a timbrare il proprio cartellino in ufficio? Si tratta dello stesso supplizio al quale saranno sottoposti contribuenti, partite Iva e imprese che vorranno accedere ai bonus e ai sussidi previsti dal decreto Rilancio.

Certo, il testo definitivo non è stato ancora pubblicato e qualche sorpresa (difficilmente positiva) potrebbe essere ancora dietro l'angolo, ma l'impostazione di tutto il provvedimento si poggia su un principio-base: chi arriva primo ha più possibilità di accedere ai benefici.

L'esempio più lampante è il «bonus mobilità» che dovrebbe configurarsi come un indennizzo ex post di massimi 500 euro a copertura del 60% per l'acquisto di una bicicletta o di un altro mezzo di locomozione green (monopattini,sewway, hoverboard) tra il 4 maggio e il 31 dicembre 2020. Secondo quanto si ipotizza, lo scontrino dovrebbe essere caricato su una piattaforma gestita dal ministero dell'Ambiente (anche se la vera competenza sarebbe del ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli). Successivamente saranno i rivenditori a scontare direttamente i prodotti incassando direttamente il bonus. Semplice? Niente affatto, considerato che lo stanziamento è di 120 milioni di euro, è probabile che un eventuale successo dell'iniziativa (per altro auspicabile sia perché l'Italia è produttrice di biciclette sia perché è un mezzo salutare che consente il social distancing) porti a una conseguenza spiacevole: o qualcuno resterà fuori oppure si opterà per il «riparto», cioè lo sconto sarà ridotto per beneficiare tutti.

Non va meglio alle aziende che vorranno richiedere i contributi a fondo perduto per la perdita di almeno il 66% del fatturato durante il lockdown. Una volta che l'Agenzia delle Entrate avrà definito le modalità della procedura telematica ci saranno 60 giorni di tempo per gli invii. Poiché molte aziende sono rimaste bloccate, è facile prevedere che numerose saranno le richieste. In questo caso la dotazione è molto più corposa (si andrà a pescare nei 10 miliardi stanziati per le imprese), ma questo non significa che il plafond non possa esaurirsi.

C'è, tuttavia, un «deterrente». Le aziende più piccole nonché artigiani e commercianti possono optare per la soluzione one-shot: mille euro per la partita Iva e 2mila euro per l'azienda direttamente sul conto corrente. Questa scelta, tuttavia, preclude l'accesso al «ristoro» del fatturato.

Analogamente, una volta che il decreto sarà pubblicato (superate le non poche obiezioni della Ragioneria dello Stato) è plausibile che si ripetano le stesse scene alle quali indirettamente abbiamo assistito il mese scorso con il sito dell'Inps preso d'assalto da coloro che richiederanno un sussidio. Il bonus di 600 euro per i lavoratori autonomi arriverà in automatico a chi lo ha già ricevuto. Chi non ce l'ha fatta dovrà attrezzarsi per tempo. Analogamente per colf e badanti non conviventi con contratti regolari che vorranno ricevere i mille euro di indennizzo per marzo e aprile.

Un discorso simile può essere effettuato per i contributi sottoforma di credito d'imposta. L'ecobonus e il sismabonus valgono il 110% dell'investimento effettuato per l'adeguamento degli edifici (dovrebbero essere inserite le seconde case in condominio) e impegnano 6,5 miliardi per interventi fino a fine 2021. Altri 2,4 miliardi sono destinati al tax credit per le vacanze in Italia con sconto fino a 500 euro. Idem per il credito di imposta sul 60% degli affitti dei negozi rimasti chiusi.

Più numerose saranno le richieste maggiore la probabilità che le risorse si esauriscano in anticipo.

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