
È tutti contro tutti nella Flotilla dopo le parole del presidente Sergio Mattarella che ha suggellato la proposta del governo di lasciare gli aiuti a Cipro con l'intermediazione del Patriarcato di Gerusalemme. Per quanto a fine giornata il ministro degli Esteri Antonio Tajani dica: "La risposta è che vanno avanti". Il vicepremier aggiunge di aver parlato "da padre" e dopo l'interlocuzione ha sentito anche la premier Meloni. Tra chi ha abbandonato la missione in mare, chi ha deciso di rimanere a bordo, tra comunicati di apertura alle trattative con il governo e smentite, la Flotilla è nel caos. La missione ha inoltre ormai assunto toni messianici e un carattere dogmatico che non può essere messo in discussione da nessuno, nemmeno dal presidente della Repubblica, arrivando a essere definita dai suoi membri come "non negoziabile". Così, nonostante abbiano lasciato aperto "uno spiraglio" di trattativa, la missione della Flotilla "continua" senza accettare la proposta di mediazione del governo e del Quirinale. Eppure dopo l'intervento di Mattarella, una parte della delegazione italiana della Flotilla ha deciso di lasciare la missione ma sono rimasti a bordo circa quaranta italiani. Anche la portavoce Maria Elena Delia ha lasciato la missione in mare "per proseguire l'attività insieme all'equipaggio di terra". In questo contesto caotico alcuni attivisti hanno puntato il dito contro il ministro degli Esteri: "la Farnesina ha inviato un comunicato ai familiari dei partecipanti italiani alla missione, affermando che alcuna protezione verrà garantita in caso di attacco di Israele: un atto di sabotaggio gravissimo".
Non si è fatta attendere la risposta del ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Abbiamo detto quali sono i rischi, lo ha detto il Presidente della Repubblica, le sue parole sono inequivocabili, condivido parola per parola quello che ha detto Mattarella, è quello che gli abbiamo detto dal primo giorno, fino a che noi possiamo fare qualcosa per scongiurare rischi per i cittadini italiani lo facciamo".
Tajani ha poi aggiunto: "Se poi entrano dentro, li assisteremo là. Noi tutto quello che possiamo fare lo facciamo ma la nave militare non gli fa la scorta, questo è l'unica cosa certa". Il deputato del Pd Arturo Scotto, che si trova a bordo della Flotilla, ha però affermato: "escludo che ci siano mediazioni da parte del Governo, piuttosto si tratta di un lavoro che stanno facendo le dirigenze della Flotilla con interlocutori diversi". Intanto ieri la missione è ripartita verso la striscia dopo aver risolto alcuni problemi tecnici in alcune imbarcazioni e il consigliere regionale della Lombardia del Pd Paolo Romano ha spiegato che "siamo partiti ora dalle acque di Creta verso Gaza". Le parole degli esponenti del Pd a bordo delle navi sono però in contraddizione con quelle della segretaria del partito Elly Schlein che ha dichiarato: "Noi già nei giorni precedenti avevamo ringraziato il Patriarcato latino di Gerusalemme per la disponibilità ad una mediazione che assicurasse l'obiettivo di portate gli aiuti a Gaza e abbiamo auspicato che questo canale rimanesse aperto e che proseguisse il dialogo con la Flotilla".
Nei fatti, nonostante la disponibilità del governo a trovare una soluzione, l'attivista barese Tony La Piccirella presente sulla Flotilla ha affermato "non si tratta di trattative perché la missione non è negoziabile. Il nostro obiettivo è interrompere il blocco navale e aprire un canale di aiuti umanitari permanente". Eppure anche Frontex, rispondendo alla richiesta di 58 europarlamentari della Sinistra, Verdi, Socialisti e Democratici e non iscritti, ha spiegato che "scortare la Global Sumud Flotilla diretta a Gaza non rientra nel nostro mandato. L'agenzia, non può, né ha le capacità per fornire protezione o scorta".
Per capire il clima a bordo, basti pensare che l'attivista spagnola Ana Alcalde, intervenendo a una televisione spagnola, ha affermato che gli stupri avvenuti il 7 ottobre "sono una bufala". A conferma della finalità politica e non umanitaria della missione della Flotilla, ieri dal porticciolo di San Giovanni Li Cuti a Catania nuove navi sono salpate verso Gaza.