
Omicidio Pinna: convalidato il fermo per il "re del Vermentino". Emanuele Ragnedda, 41 anni, imprenditore vinicolo, ha risposto alle domande del gip Marcella Pinna nell'interrogatorio di convalida a Tempio Pausania. "Ero ubriaco, avevo assunto cocaina. Abbiamo litigato, Cinzia aveva un coltello in mano, gridava Satana. Ho auto paura e ho sparato tre colpi per difendermi. Ho fatto tutto da solo". Ragnedda, accusato di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere, ricostruisce la serata trascorsa con Cinzia in un locale alla moda di Palau. "È salita nella mia macchina e siamo andati da me, a ConcaEntosa". Le telecamere del porto riprendono gli ultimi minuti di vita della 33enne visibilmente alterata, alticcia. Barcolla Cinzia prima di salire in auto, diretta al casolare dell'imprenditore in mezzo a quei 72 ettari coltivati a vigneto famosi per il "Disco Volante", un bianco Igt da 1800 euro a bottiglia. Sul motivo del litigio, buio totale. Come resta un mistero la scomparsa del cellulare della vittima. Si sa solo che ha emesso un ultimo segnale alle 3,20 del 12 settembre agganciandosi a una cella della darsena di Palau. Il contatto si perde nelle campagne di Arzachena.
I due si conoscono da tempo. Forse Emanuele tenta un approccio, respinto da Cinzia che, per difendersi, va in cucina e afferra un coltello. Emanuele prende la pistola che ha in casa e spara più colpi, uccidendola. Solo l'autopsia potrà chiarire le cause esatte della morte. Continua, intanto, il lavoro del Ris e dei carabinieri di Olbia e Palau per ricostruire la scena del crimine. Il delitto sarebbe avvenuto in salotto.
Cinzia, mezza nuda, viene adagiata sul divano e trasportata all'esterno dove viene caricata su un quad per essere abbandonata fra i rovi. Inutili i tentativi di cancellare il sangue sulle federe dei cuscini, sul divano, a terra e in altre stanze, rilevate dal luminol.