«Stare in carcere con le patologie cardiache ho io presenta estremi di palese incompatibilità. Voglio essere trattato da detenuto normale, senza pregiudizi». L'ex senatore azzurro Marcello Dell'Utri parla in tv per la prima volta da quando è partita la mobilitazione sulle sue condizioni di salute, che il Garante nazionale per i detenuti considera critiche. Lo fa su La7 a «In Onda», in una saletta dell'infermeria del carcere romano di Rebibbia, sulle braccia i segni di un piccolo intervento fatto all'esterno, all'ospedale «Pertini», in un'intervista in cui parla sì della sua situazione clinica, ma spazia anche a tutto campo sulla politica. Dell'Utri, che sta scontando una condanna definitiva a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa, dal punto di vista della sua vicenda giudiziaria ha ribadito quello che ha sempre detto, di aver subito la «persecuzione dei magistrati» e di considerarsi «prigioniero politico». Parole a cui il ministro di Giustizia Andrea Orlando, ospite in studio, ha replicato: «I processi politici non esistono in uno Stato di diritto. Il senatore Dell'Utri ha avuto un processo con tutte le garanzie e non ha subito alcuna rappresaglia di carattere politica. Non c'è nessun pregiudizio nei suoi confronti, lo dimostra il fatto che sono stati anticipati i tempi per valutare se le sue condizioni di salute sono compatibili con la detenzione. Del resto, si fa con ogni detenuto».
L'udienza del Tribunale di sorveglianza di Roma, inizialmente fissata per il 21 settembre, è stata anticipata al 13 luglio dopo la mobilitazione generale che c'è stata in seguito all'allarme lanciato dal Garante per i detenuti. La moglie, Miranda, ha lanciato appelli, il quotidiano Il Tempo ha avviato una petizione. E la risposta dei giudici due giorni fa è arrivata, con l'anticipazione della decisione.
Nell'intervista Dell'Utri ha raccontato la sua vita in carcere, tra giornali e tv (poca). E ha raccontato una battaglia inedita, quella per far entrare in carcere anche Il Fatto quotidiano che non veniva venduto. Dell'Utri non si è sottratto alle domande sull'attualità politica: «Berlusconi è un fenomeno - ha detto -, ha sette spiriti come i gatti. Potrebbe lasciar perdere ma non lo fa. Solo lui ha questa capacità, non lo batte nessuno». Ironico sui Cinque stelle: «Governano?», ha chiesto.
Per poi tornare serio: «Ci sono due partiti, chi non vota e chi vota M5s. Se non ci fosse Berlusconi io voterei Renzi. Non lo conosco ma è l'unica via di salvezza». Su un patto nazionale Berlusconi-Renzi si è però mostrato scettico: «Sarebbe auspicabile ma il Paese non capirebbe».
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