"Siamo pronti a discutere sul salario minimo e sul conflitto d'interessi". Così Graziano Delrio, in un'intervista a La Stampa, apre al Movimento Cinque Stelle.
"Sul salario minimo siamo d'accordo, lo abbiamo proposto per primi: certo andrebbe discusso come realizzarlo", spiega il capogruppo Pd alla Camera ed ex ministro dei Trasporti che liquida il taglio degli stipendi dei parlamentari."Serve loro per recuperare qualche punto nei sondaggi: se accettassero di discuterne seriamente si potrebbe trovare un'intesa", precisa. Delrio, però, boccia la loro riforma perché "produrrà uno scollamento tra i territori e i parlamentari eletti in collegi molto più grandi di ora" e perché non si capisce l'esigenza di "fare avanti e indietro due volte con la stessa legge tra una Camera e l’altra". Anche il conflitto di interesse può essere un tema su cui il Pd può trovare un'intesa con il M5S a parte che riguardi anche "la trasparenza di piattaforme informatiche e la manipolazione dei dati", dice riferendosi tra le righe alla Casaleggio Associati.
Delrio, padre della riforma sulle province, infine, interviene sulle divisione nella maggioranza e attacca il leader della Lega: "Si vede che Salvini ha bisogno di qualche poltrona in più e la sua è solo una manovra elettorale, fanno bene i 5 Stelle a dire no all’elezione diretta". La sua riforma, si giustifica Delrio, nasceva dall'esigenza di "non duplicare le funzioni di Regioni e Comuni" ma di "creare un luogo dove i sindaci coordinino il loro lavoro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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