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Delusi gli irriducibili dell'accoglienza. E l'ex sindaco Lucano invoca la giustizia divina

I legali delle parti civili: un vulnus. Open Arms: il nostro caso è molto diverso

Delusi gli irriducibili dell'accoglienza. E l'ex sindaco Lucano invoca la giustizia divina

L'Ong spagnola, i circoli ricreativi di sinistra, i legali pro migranti, le semi scomparse Sardine e un ex sindaco targato rosicano per il «non luogo a procedere» di Catania a favore di Matteo Salvini quando era ministro dell'Interno. E tifano per il processo che lo attende a Palermo con il sogno di vedere il leader della Lega dietro le sbarre.

Pd e grillini hanno il buon gusto di tacere a parte casi isolati come la democratica Lia Quartapelle: «La conclusione della vicenda giudiziaria sulla Gregoretti non oscuri il fatto politico. Salvini è stato il primo ministro della Repubblica a bloccare l'attracco in un porto italiano di una nave della Guardia costiera. Il sonno della ragione genera mostri». Anche il circo dei talebani dell'accoglienza non molla e invoca la «giusta» punizione. Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, estremista pro migranti, invoca addirittura il giudizio divino. «Anche se oggi Salvini l'ha scampata, un giorno dovrà rispondere a qualcuno che sta più in alto di noi - dichiara Lucano in toni apocalittici - perché di fatto ci sono stati essere umani (i migranti bordo di nave Gregoretti, nda) condannati da una politica razzista che li ha segregati mettendo a rischio la loro vita».

I pretoriani di sinistra dell'Arci non hanno dubbi. «Il non luogo a procedere per Salvini sul caso Gregoretti è una scelta incomprensibile e a nostro parere sbagliata» sentenzia Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione delle Associazioni ricreative e culturali italiane. «Speriamo che la magistratura di Palermo faccia emergere una realtà diversa e non la mistificazione di un rappresentante dello Stato che usa i suoi poteri per ragioni di interesse di partito», ribadisce il talebano delle manette. L'Arci è in prima linea nell'appoggiare le Ong del mare come Mediterranea fondata da Casarini e soci oggi indagati dalla procura di Ragusa per favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina. Proprio l'Arci è uno dei soci fondatori di Banca Etica, che ha prestato quasi mezzo milione di euro per comprare Mare Jonio.

Anche i legali delle parti civili vanno giù duri sulla decisione di Catania. La sentenza «è un vulnus per la giustizia di questo Paese. La decisione contrasta con quella di Palermo. La magistratura da una parte rinvia a giudizio e dall'altra proscioglie. E Salvini ne farà oggetto della sua propaganda». La dichiarazione è dell'avvocato Corrado Giuliano legale dell'associazione Accoglie Rete dedita ai minori non accompagnati, che si è ovviamente costituita parte civile.

Ieri è uscito dal torpore anche uno dei fondatori delle Sardine, Mattia Sartori, chiamato in causa dai leghisti perché i suoi auspicavano fin dall'inizio la condanna di Salvini.

E l'Ong spagnola Open arms affila i coltelli. Sull'archiviazione di Catania la portavoce, Veronica Alfonsi, sminuisce sostenendo che «come sentenza era abbastanza annunciata». Poi riferendosi al processo di Palermo, che riguarda la nave dei talebani dell'accoglienza spagnoli, sostiene che «la nostra vicenda ha degli aspetti che sono molto diversi rispetto a quelli della Gregoretti. Ci sono dei passaggi importanti dal punto di vista legale: il pronunciamento del Tar del Lazio con cui veniva sospesa l'interdizione di entrata in acque territoriali, quello del Tribunale dei minori che disponeva lo sbarco, fino alla decisione del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio di far scendere le persone».

Peccato che il giudice delle indagini preliminare di Catania abbia tenuto conto anche del caso Open arms per archiviare il processo a Salvini.

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