"La democrazia diretta? In Colombia e Venezuela"

I sorprendenti modelli di Casaleggio jr, guru dei 5 Stelle Paesi sudamericani e Stati nordici: Estonia e Islanda

"La democrazia diretta? In Colombia e Venezuela"

Colombia, Venezuela, Islanda, Estonia. Non sono le tappe di un bizzarro pellegrinaggio: è il giro del mondo in Cinque Stelle. Questi sono i nuovi esempi di democrazia per i grillini, traguardi indicati direttamente da colui il quale ha ereditato le chiavi di tutto il partito: Davide Casaleggio, figlio del guru e fondatore Gianroberto, scomparso lo scorso aprile. Questi Paesi sono, grosso modo, quello che diventeremmo noi se le truppe pentastellate dovessero occupare anche Palazzo Chigi. Casaleggio jr, come da consuetudine familiare, parla pochissimo. Preferisce stare in penombra, tenendo saldamente in mano le redini del Movimento. Ieri, a due giorni dal clamoroso successo del M5S a Roma e Torino, ha rotto il silenzio con un'intervista al Corriere della Sera. Un colloquio in stile Casaleggio: stringato, ermetico e vagamente profetico. C'è un solo nome che il giovane manager ripete ossessivamente come una giaculatoria: Rousseau. Che non è soltanto il filosofo francese, ma è anche il sistema operativo del Movimento, il cuore pulsante di tutta la attività grillina: la piattaforma attraverso la quale gli iscritti selezionano i candidati e scandiscono la vita del movimento. Nell'idea tecnocratica di Grillo e dei suoi soci è il massimo strumento di democrazia diretta. Ma in realtà è anche un grande telecomando nelle mani della Casaleggio Associati per monitorare, controllare ed eventualmente gestire, tutto quello che avviene nel partito. Fino a oggi. Perché ora, attraverso questo sistema informatico, passeranno anche decisioni che finiranno nei tanti consigli comunali espugnati dai Cinque Stelle e, un giorno, magari transiteranno anche le leggi dello stato italiano. Questo è, almeno nella testa di Casaleggio jr, il futuro del nostro Paese.

Che, di conseguenza, deve somigliare molto di più a Colombia Estonia, Venezuela, Islanda e California. Cioè gli stati nei quali è stata adottata una qualche forma di democrazia diretta. Almeno secondo il guru milanese. «Noi siamo un'avanguardia - spiega Casaleggio al Corriere - ma in altri Paesi la democrazia diretta e online è applicata a vari livelli. Per esempio in Estonia oltre il 30% degli elettori già oggi vota per le elezioni politiche online». Eh beh, certo, l'Estonia, Paese finito nel mirino dell'Osce proprio per la scarsa sicurezza del suo sistema elettorale informatico, «bucato» da un team internazionale di esperti. Ma non è mica finita qui.

I nuovi fulgidi traguardi democratici da raggiungere sono ben altri: «L'istituto del recall che permette di richiamare un politico eletto è attivo in Paesi come la California o il Venezuela», prosegue il «padrone» dei Cinque Stelle. Eccolo lì, il Venezuela: paese noto per essere culla dei diritti, al centesimo posto nelle classifiche sulla salute della democrazia e nel mirino di Amnesty International. Una dittatura mascherata da repubblica bolivariana, un Paese tecnicamente fallito. Però c'è il recall, eh. Forse Casaleggio intendeva l'abitudine, diffusa da quelle parti, di «richiamare» nelle patrie galere gli oppositori politici. Certo, c'è anche la California, dove, tra alti e bassi, la tecnica del recall è in uso da anni.

Ma la lista degli illustri precursori da imitare non è ancora finita: «Esperimenti sulla scrittura della costituzione da parte dei cittadini sono stati portati avanti in Islanda e Colombia». Certo, ma l'Islanda ha lo stesso numero di abitanti di Bari: 320mila. E la Colombia è un Paese rispettabilissimo, ma in preda alla corruzione e allo strapotere dei cartelli del narcotraffico. Insomma: sembra difficile che possa darci lezioni di democrazia diretta, indiretta o di altra specie.

Il sogno grillino è questo: trasformarci in una repubblica tecnologica sudamericana, dove tutti pensano di contare ma in realtà il potere resta nelle mani di pochi. «Il cittadino totale non è, a ben guardare, che l'altra faccia non meno minacciosa dello stato totale.

Dell'idea che tutto è politica, ovvero la riduzione di tutti gl'interessi umani agli interessi della polis, la politicizzazione integrale dell'uomo, la risoluzione dell'uomo nel cittadino, la completa eliminazione della sfera privata nella sfera pubblica». Questo lo scriveva Norberto Bobbio nel 1984. Sembra lo scenario ipotizzato da Casaleggio. E non è tranquillizzante.

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