Venti di bufera sull'ex capo della Polizia, Alessandro Pansa e sul questore di Roma, Nicolò D'Angelo, dopo la decisione del Tar del Lazio di annullare il provvedimento di sospensione dell'agente Fabrizio Rossi, accusato di aver rilasciato, a fine 2015, «con voce camuffata e volto oscurato, dichiarazioni non autorizzate su argomenti riservati» nell'ambito di un servizio tv andato in onda durante una puntata di Ballarò, su Rai Tre. Documenti inediti, di cui è venuto in possesso il segretario nazionale del Sap (sindacato autonomo di polizia) Gianni Tonelli, mostrano però come, in realtà, la questione sia stata studiata a tavolino per «colpire sia l'agente che il sindacato». Giochetto che, neanche a dirlo, a Pansa è valso la scaletta per arrivare dritto dritto al Dis (Dipartimento per l'informazione e la sicurezza). Per ricostruire i fatti: il 9 dicembre 2015 Pansa sospende cautelativamente dal servizio l'agente Rossi «per gravi motivi. In seguito alla ricostruzione dei fatti, si è potuto appurare che il dipendente abbia prelevato materiale di vecchio tipo non più in uso al personale della Polizia di Stato», ma anche «obsoleto e deteriorato». Rossi denunciava, a margine dei fatti di Parigi come, in caso di attacco terroristico, la polizia italiana non fosse pronta all'emergenza e non avesse attrezzature adeguate. Subito dopo il servizio qualcuno «imbocca» altri giornalisti, facendo passare proprio questo messaggio, ovvero che il materiale di cui parla Rossi sia in disuso da tempo. La notizia passa per Tg1, Tg di La7 e per altri media. Tonelli, in seguito alla sospensione del collega e al silenzio sulla questione sia del ministro dell'Interno Angelino Alfano che del presidente del Consiglio Renzi, inizia uno sciopero della fame che dura 61 giorni. Ma è di questi giorni, in seguito alla decisione del Tar di annullare il provvedimento che sospende Rossi, difeso dallo studio legale dell'avvocato Eugenio Pini, la notizia che le cose sono andate diversamente. Il Sap è infatti venuto in possesso del documento con cui la Digos (soggetto di riferimento di capo della Polizia e questore, ma anche dell'Autorità giudiziaria), nella persona del dirigente Fabozzi, scrive alla Procura della Repubblica per informare che «nell'informativa trasmessa» dalla Digos «lo scorso 3 dicembre, nell'ambito del predetto procedimento penale, non si fa alcun riferimento a materiale non più in dotazione ed equipaggiamenti destinati allo smaltimento», né ai «caschi in disuso». Si specifica inoltre che i giornalisti che hanno redatto i relativi servizi forniscono «informazioni che non trovano fedele riscontro negli atti di indagine». Insomma, qualcuno aveva passato loro notizie false. «É chiaro - spiega Tonelli - che qui è scattata una repressione illecita a fini politici di libertà costituzionalmente garantite. Pretendo le scuse da parte del «premier Renzi e del ministro Alfano. E se le scuse non arriveranno farò la spola con un camper tra Rignano sull'Arno e Agrigento e rifarò lo sciopero della fame fino al 4 dicembre.
Voglio essere convocato a palazzo Chigi, insieme a Fabrizio Rossi, che è stato sospeso nonostante avesse una promozione per merito straordinario. E' stato lasciato senza stipendio e alla fame con una bimba di 6 anni. Quello che è successo è vergognoso».
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