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La denuncia di Forza Italia: "Così il Tg grillino censura i 'No' al referendum"

"Chi non ne può più della demagogia di Di Maio, vota No". Ma la frase del forzista Cangini viene tagliata nel servizio del Tg1: "Il grillino è intoccabile"

La denuncia di Forza Italia: "Così il Tg grillino censura i 'No' al referendum"

Il fronte del "No" avanza e preoccupa il Movimento 5 Stelle: l'esito del referendum, in programma domenica 20 e lunedì 21 settembre, non è affatto scontato. Con il passare dei giorni aumenta progressivamente l'area di coloro che si schiereranno contro il taglio dei parlamentari, una riforma voluta fortemente dai grillini e ora sposata anche dal Partito democratico. È evidente che la stabilità del governo diventerà ulteriormente precaria se gli italiani non daranno il via libera alla proposta pentastellata, e perciò sarebbe iniziata una vera e propria operazione contro il "No": c'è chi parla addirittura di una censura da parte del Tg1.

La denuncia è arrivata da Forza Italia che, nella persona di Andrea Cangini, ha reso noto un gravissimo fatto: questa mattina è stato chiesto di far avere al Tg1, per l'edizione delle ore 13.30, un video di 15 secondi sulle ragioni del "No" al referendum. Ma pare che al forzista siano state poi chiuse le porte in faccia, spiegando che la chiosa finale non andava bene: "'Chi non ne può più della demagogia di Di Maio vota No', avevo detto. Prendo atto che per il Tg, diretto dal grillino Giuseppe Carboni, Di Maio sia intoccabile". Il senatore azzurro aveva inizialmente voluto evitare polemiche, ma anche dopo aver cambiato la frase in "chi non ne può più della demagogia voterà No" non sarebbe riuscito a ottenere il giusto spazio: "Il video durava 14 secondi, la frase è stata cassata. Essere censurati è spiacevole, essere censurati dalla Rai è grave, essere censurati dalla Rai due volte di seguito è inaccettabile".

Scatta il quesito in Vigilanza

Il fatto denunciato dal senatore Andrea Cangini ha provocato la reazione immediata di Forza Italia: Giorgio Mulè ha annunciato l'intenzione di rivolgere alla Rai un quesito urgente attraverso la Commissione di Vigilanza. "Si tratta dell'ennesima scorribanda che vede vittima il pluralismo ad opera di un telegiornale palesemente schierato dalla parte del Movimento 5 Stelle", ha spiegato l'azzurro. Il deputato e capogruppo forzista in commissione Vigilanza Rai ha sottolineato come Di Maio "sia il referente del Tg della rete ammiraglia", cogliendo l'occasione per sferrare una durissima accusa: "Truccare le carte a ridosso del referendum e sgambettare chi osa sostenere le ragioni del 'No' urtando il 'manovratore'".

Si tratterebbe di un'operazione inammissibile e inaccettabile: "Dovrebbe saperlo per primo chi dirige quel Tg e chi, sopra di lui, dovrebbe garantire il pluralismo. Di questa arroganza, di questo strame che soffoca le opinioni dissenzienti gli italiani non ne possono più". Soprattutto se a farle è un telegiornale che dovrebbe rappresentare un pilastro dell'indipendenza del giornalismo pagato dai contribuenti. "Da questo atto di censura il primo a prendere le distanze dovrebbe essere lo stesso Di Maio con parole di netta condanna. Siamo qui ad aspettare", ha concluso Mulè.

Il fronte del "No" agita il governo

I giallorossi iniziano a tremare: a poco più di una settimana dalla consultazione, i sondaggi danno in grande risalita il fronte del "No". Recentemente è infatti spuntata la rilevazione che ribalta gli scenari: c'è un'impennata dei contrari che rende la partita ancora apertissima. Il sondaggista Renato Mannheimer ha spiegato che la percentuale di indecisi è ancora molto alta (tra il 20 e il 30%) e pertanto non sono da escludere clamorosi colpi di scena: "Il 'No' paga il fatto di aver cominciato la campagna molto in ritardo, gli elettori li sta conquistando adesso, prima non c'era storia". Anche perché in campo vi sono molte variabili, dall'affluenza al voto alla massa di indecisi.

Molti di Forza Italia voteranno "No", ovvero un'espressione da intendere come risposta all'anti-politica, resa possibile grazie a ideali, speranze e voglia di libertà. "Votiamo 'No' a chi vuole tagliare la democrazia anziché gli sprechi e la burocrazia. 'No' a meno rappresentanza per territori e minoranze", ha spiegato Fabrizio De Pasquale.

Il capogruppo dei forzisti a Palazzo Marino la vede pure come un'occasione per mandare a casa il premier Conte, Luigi Di Maio e Lucia Azzolina: "Quindi è anche un 'No' alla casta peggiore, quella degli improvvisati e incompetenti".

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