Arrangiatevi» intimava la locandina di un strepitoso film di Mauro Bolognini del 1959. Totò e Peppino nel secondo dopoguerra pur di trovare un tetto alle proprie famiglie finivano per accettare di vivere in un ex bordello con tutte le conseguenze del caso, arrangiandosi. E così fanno gli italiani da 60 anni: si arrabattano, cercando di sopravvivere come meglio possono, sempre un po' più depressi e disperati. L'arte di arrangiarsi del nostro popolo si adatta ai tempi, cambia come ci racconta il Censis nel suo ultimo rapporto. Gli italiani sono sempre più ansiosi e preoccupati: hanno perso troppe certezze. Ad esempio quella del mattone: comprare una casa non è più un investimento sicuro. Il servizio sanitario nazionale fa acqua da tutte le parti e le famiglie si disgregano. E per sopravvivere tra mille difficoltà in un Paese sempre più arrabbiato gli italiani si rifugiano nel privato e nel piccolo: fanno sport e volontariato. Sul fronte del lavoro si ingegnano, spesso espatriano e hanno accettato l'idea che il posto fisso è un'utopia.
Ansiosi
L'incertezza grava sull'umore degli italiani che si dicono preoccupati sia per il quotidiano sia per il futuro. Già il rapporto sul consumo dei farmaci dell'Aifa nel luglio scorso aveva rivelato che le medicine più consumate sono quelle per la gastrite e gli antidepressivi. La grande maggioranza degli italiani, il 69 per cento, vive nell'incertezza. E nel 75 per cento dei casi non si fida più degli altri anche perché quasi la metà della popolazione, il 49, confida di aver subito una prepotenza in un luogo pubblico mentre il 44 si sente insicuro nelle vie che frequenta abitualmente. Non stupisce quindi che sia aumentato il consumo di ansiolitici e sedativi, più 23 per cento. Ne fanno uso 4,4 milioni di persone.
Pochi diplomati professionali.
La disoccupazione sale ma intanto un'impresa su quattro (ovvero nella media del paese il 26,2 per cento ma addirittura il 30,4 nel Nord-Est) non riesce a trovare diplomati ovvero personale qualificato per il lavoro offerto. I diplomati sono pochi e i pochi che ci sono non sono preparati. Un quarto delle aziende va a caccia di ragazzi preparati uscita dai professionali e dai tecnici ma non li trova. Una conferma dei risultati del Rapporto Ocse Pisa sulla preparazione dei nostri studenti: il 50 per cento dei ragazzi dei Centri di Formazione professionale non capisce quello che legge.
Lavoro sì ma part time.
Quasi la metà degli italiani, 44 per cento, è preoccupata per la mancanza di lavoro. E in effetti se è vero che l'occupazione cresce è pure vero che aumentano soltanto i posti part time e precari: più 1,2 milioni, pari ad un più 38 per cento per i posti di lavoro a tempo parziale che tra i giovani raggiunge il 71,6. Le ore di lavoro diminuiscono insieme agli stipendi, meno 3,8: 3 milioni di lavoratori guadagnano meno di 9 euro all'ora.
Fuga dei giovani.
E i giovai preparati? Sono fuggiti all'estero. Anche il Censis conferma quello che denunciamo da anni: «Il fenomeno degli espatri non è mai stato così ampio». Dal 2015 ogni anno più di 100mila italiani si trasferiscono all'estero e in gran parte si tratta di giovani diplomati o laureati. Il 31,1 degli emigrati italiani con almeno 25 anni nel 2017 possiede un titolo di studio di livello universitario; il 53,7 ha un'età compresa tra i 18 e i 39 anni. Tra il 2013 e il 2017 è cresciuta l'emigrazione dei laureati, più 41,8, e dei diplomati più 32,9.
Basta politica, si all'uomo forte
Un italiano su due vuole un «uomo forte al potere». Conseguenza secondo il Censisi del «suicidio della politica», il risultato dell'insipienza e della litigiosità degli esponenti politici. Tra i redditi bassi la voglia di autoritarismo sale al 56 per cento e tra i meno istruiti al 62. Addirittura al 67 tra gli operai. Il 76 per cento ha perso la fiducia nei partiti.
Sport e volontariato
Gli italiani dispongono mediamente di 4 ore e 54 minuti al giorno di tempo libero.
Come lo passano? 71,5 miliardi di euro sono stati spesi dagli italiani in attività ricreative ma non solo. Gli italiani che prestano attività gratuite in associazioni di volontariato sono aumentati del 19,7. E sono 20,7 milioni le persone che praticano attività sportive.
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