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La deputata calunniata: "Costretta al test del Dna"

L'esponente Fdi denuncia: "Vittima di voci sulla paternità di mio figlio. È del mio fidanzato"

La deputata calunniata: "Costretta al test del Dna"

Costretta a fare un test del dna per stabilire la paternità del figlio di soli tre mesi e così mettere a tacere le voci di una relazione clandestina con un importante politico di Fratelli d'Italia. Questo è ciò che è accaduto a una deputata di Fdi, Rachele Silvestri, che ha raccontato la vicenda in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera con richiamo in prima pagina. Veleni, pettegolezzi da Transatlantico, voci incontrollate. Silvestri sceglie di uscire allo scoperto e racconta la storia che ha investito la sua vita privata. «Circa un mese fa, una persona amica mi racconta che gira la voce che il mio bambino non sarebbe figlio del mio compagno, ma di un politico molto influente di Fratelli d'Italia, a sua volta sposato», scrive la deputata. Il gossip di Palazzo si intreccia con le insinuazioni maliziose sulla ricandidatura di Silvestri. «Mio figlio sarebbe, quindi, nato da una relazione clandestina, grazie alla quale io avrei anche ottenuto la mia candidatura», spiega la parlamentare.

Silvestri, 36 anni, marchigiana di Ascoli Piceno, è sbarcata in Parlamento nel 2018 con il M5s. «Nel 2019 sono uscita dal Movimento e, dopo un periodo nel gruppo Misto, ho aderito a Fratelli d'Italia», racconta lei stessa. Un passaggio che è stato «una scelta di cuore e di ragione». Silvestri, che prima di arrivare a Montecitorio faceva la cassiera in un supermercato di Ascoli, si ritrova a fornire giustificazioni per la scelta di Fdi di candidarla. «Se sono stata inserita nelle liste delle elezioni politiche dello scorso anno, è per il lavoro e l'impegno profusi in Commissione e in Aula», prosegue la lettera. «Non bisogna essere una donna per capire lo schifo, la violenza, l'umiliazione», si sfoga Silvestri. Che ribadisce: «Ho scelto di rendere pubblica questa storia per tutelare mio figlio e Fabio, legittimo papà e mio amato compagno». La deputata, fino alle scorse settimane, ha anche condiviso sui social le immagini della sua vita quotidiana insieme al compagno, di Ascoli come lei, e al bambino. «Naturalmente, non avevo dubbi», scrive l'ex pentastellata a proposito della paternità del figlio.

Ma chi ha diffuso la cattiveria che è rimbalzata nei corridoi dei Palazzi romani? «È stato un uomo, probabilmente un politico», reagisce la deputata. Un pettegolezzo «nato da cacicchi in cerca di gloria». Dopo la lettera al Corriere è arrivata la solidarietà bipartisan. Compatto Fratelli d'Italia. «Solidarietà alla collega Silvestri, vittima di giornalismo spazzatura», dice il deputato di Fdi Federico Mollicone, presidente della Commissione Editoria di Montecitorio. La deputata meloniana Carolina Varchi parla di «vicenda squallida». «Molti dovrebbero vergognarsi», attacca la sottosegretaria all'Interno di Fdi Wanda Ferro. Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera di Fi, stigmatizza il «putrido stagno fatto di pettegolezzi anonimi». Laura Boldrini del Pd va all'attacco: «Contro Silvestri calunnia e stereotipi di 50 anni fa». «Silvestri coraggiosa, siamo con lei per difendere libertà e autodeterminazione», twitta la presidente dei deputati dem Chiara Braga. Il capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia parla di «sessismo inaccettabile». Per il M5s si fa sentire il questore della Camera Filippo Scerra, mentre dal Terzo Polo esprime vicinanza Mariastella Gelmini. Moltissimi parlamentari di tutti i partiti si indignano per il gossip velenoso.

Il Parlamento, almeno su questo, è unito.

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