Roma - Il Movimento Cinque Stelle e l'eterno dilemma della destra e della sinistra. In questi giorni, complici i sondaggi che danno il M5s sopra al 30%, e con il proporzionale sempre dietro l'angolo, si è tornati a parlare di alleanze. Probabilmente saranno accordi confezionati a urne chiuse, perché il Movimento da statuto non può allearsi con altri partiti, ma ora chi non raggiunge il 40% da solo non governa. E questa non è fantapolitica, ma si chiama legge elettorale. Sono state bollate come «fantasie», invece, tutte le ricostruzioni che ogni volta hanno tentato di accoppiare il Movimento Cinque Stelle con qualche altra forza politica, di destra come di sinistra. Un tema che, dice chi gli è vicino, «fa arrabbiare molto Beppe Grillo».
I corteggiamenti più spinti sono arrivati da sinistra. Prima fuori dal Pd con Pier Luigi Bersani (Mdp) e poi dai dem stessi con Michele Emiliano. Bersani ha parlato del Movimento Cinque Stelle come di «un partito di centro, argine al populismo», dimenticandosi dello streaming del 2013 quando Crimi e la Lombardi lo hanno massacrato in diretta. Anzi rivendica l'episodio: «Sarebbe quello che gli avevo chiesto quattro anni fa». E subito c'è lo scontro con i renziani, secondo i quali l'apertura nei confronti del M5s «sarebbe l'ennesimo tentativo di far fuori Renzi». Ma il candidato alla segreteria dem Michele Emiliano fa subito eco a Bersani e azzarda: «Io sono pronto a governare con il Movimento Cinque Stelle, anche perché metà dei loro voti sono nostri, oggi inizia l'epoca della ricostruzione, dell'amicizia e dell'armonia».
Ma i grillini non cedono: «Noi arriveremo al 40%», ripetono in pubblico senza troppa convinzione mentre in privato cominciano a dividersi. Tra isolazionisti e realisti, tra destra e sinistra, tra gruppi parlamentari e vertici milanesi.
Così sarebbe solo una pattuglia di «portavoce» quella disposta a sacrificare le ambizioni di governo sull'altare della purezza. Perché non c'è solo la sinistra, ma pure la destra. Sempre secondo i sondaggi, un'alleanza «sovranista» con Lega e Fratelli d'Italia può arrivare al 50% dei voti. La maggioranza assoluta.
Una soluzione che non dispiacerebbe all'inner circle di Casaleggio Jr, ma che scontenterebbe i gruppi parlamentari «troppo spostati a sinistra». Mentre Salvini e la Meloni un po' smentiscono e un po' tentennano, e Di Battista in tv (giovedì a Piazzapulita su La7) è incerto su sicurezza, euro e immigrazione, arriva un assist dall'ex grillino Walter Rizzetto.
Il deputato fuoriuscito, ora tra le fila di Fratelli d'Italia, si dice «aperto a fare un ragionamento con M5s a partire da temi in comune, se c'è la possibilità di lavorare insieme ben venga, ma devono trovare una linea al loro interno».Ed ecco la conclusione: «È lapalissiano che chi non arriva al 40% deve allearsi per poter governare».
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