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Dialogo M5s-Pd: il grande gelo di Di Battista

Alessandro Di Battista ha affermato di condividere al “mille per mille” le proposte di Di Maio. Su di lui ci sono sospetti che remi per andare al voto anticipato

Dialogo M5s-Pd: il grande gelo di Di Battista

Sono ore frenetiche nel M5s per tentare di sciogliere i nodi della crisi di Governo. Tanti gli sforzi fatti da parte degli esponenti penta stellati per trovare la quadra e dare al Paese un nuovo esecutivo. Eppure, sotto certi aspetti, a far più rumore è il silenzio assordante di Alessandro Di Battista una delle figure più rappresentative e carismatiche del Movimento.

Intercettato dall’AdnKronos nella convulsa giornata di ieri, Di Battista si è limitato ad una semplice quanto scontata dichiarazione di apprezzamento si per l’operato di Giuseppe Conte che per i punti del programma di Di Maio che “condivido al mille per mille”.

Lo stesso Di Battista ha preso parte summit in villa con Beppe Grillo durante il quale ha attaccato Matteo Salvini per la sua “vergognosa retromarcia”. Ma nulla più. Lui non è in prima linea nella battaglia politica e non ci sta mettendo la faccia, nonostante il momento richieda il massimo impegno di tutti.

Un caso? Forse no. Alle recenti assemblee non si è presentato e neanche ieri era presente. Il motivo erano i contrasti politici con Luigi Di Maio, seppur velati e mitigati dalla volontà di dare al M5s una immagine di granitica compattezza. Tra i due, secondo i pentastellati, esiste un rapporto straordinario che va oltre la politica tanto che spesso si chiamano “fratello”.

Ma non è tutto oro quel che luccica. Di Battista era, ed è ancor di più oggi, sospettato di voler andare subito al voto proprio per defenestrare Di Maio e sarebbe nella pattuglia dei contrari al patto con il Pd.

Del resto, i rapporti con il partito ora guidato da Zingaretti sono alquanto travagliati. Come ricorda il Corriere della Sera, Di Battista, che sta per pubblicare un libro per Fazi sull’affaire Bibbiano, fino a pochi giorni fa attaccava il Pd che “toglieva i bambini con l’elettrochoc per venderseli”. Solo a maggio diceva che quel partito “non esiste, come Mark Caltagirone”.

Lo scorso mese, invece, affermava di essere “annoiato” per lo spettacolo offerto dalle navi che salvano i migranti, lanciando un attacco indiretto a quei politici che sono saliti sulla Sea Watch.

Un modo per fargli cambiare idea potrebbe essere quello di garantirgli una "poltrona" nel nuovo Governo. Il Pd, però, ha già fatto sapere che non gradisce l’ipotesi. Anche lo stesso Di Battista difficilmente accetterebbe questa soluzione. In politica tutto è possibile. Le parole pronunciate ieri possono non valere oggi. Solo nelle prossime ore si saprà di più.

Intanto, quasi a voler allontanare ogni cattivo pensiero da sé, ecco che poco fa con un messaggio pubblicato su Facebook Di Battista ha reso pubblica la sua posizione in merito alla crisi di Governo.

Con il voto ora, “non vorrei mai che la prossima legge di bilancio la scrivesse l’Unione Europea e tale rischio è altissimo votando a fine ottobre. E ancor di più pretendo due cose: 1. il taglio dei parlamentari 2. la revoca delle concessioni autostradali ai Benetton. Sono convinto che questi due obiettivi si possano raggiungere in questa legislatura, nella prossima sarebbe molto più difficile”.

L’esponente di spicco del Movimento 5 Stelle si dice interessato ad un possibile riavvicinamento con la Lega. “Ho visto nuove aperture della Lega al Movimento e mi sembra una buona cosa. Soprattutto perché non mi dispiacerebbe un Presidente del Consiglio del Movimento 5 Stelle. Ho visto inoltre porte spalancate da parte del PD. Zingaretti fa la parte di chi pone veti e condizioni ma in realtà ha il terrore che Renzi spacchi il Pd”.

"Ripeto- conclude Di Battista- tutti ci cercano. Alziamo enormemente la posta sulle nostre idee e soluzioni per il Paese. Via 345 parlamentari e via i Benetton dalle nostre autostrade. Chi ci sta? La vaghezza lasciamola ai professionisti del nulla assoluto.

Il Movimento, proprio come ha fatto ieri Luigi, bada al sodo".

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