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Diciotti, il capo della Guardia costiera ora rischia di essere rimosso

Il governo al lavoro per la sostituzione dei vertici dei servizi segreti. Ecco le ipotesi. E spunta un possibile cambio per la Guardia costiera dopo il caso Diciotti

Foto ufficiale dal sito della Guardia costiera italiana
Foto ufficiale dal sito della Guardia costiera italiana

La palla ora passa a Conte, ma sotto lo stretto controllo di Di Maio e Salvini. Quella delle nomine è una partita importante, che certo Lega e M5S non vogliono farsi soffiare da sotto il naso. Il governo avrebbe deciso di anticipare il cambio ai vertici dei servizi segreti (prorogati all’ultimo da Gentiloni) e nella partita, a sorpresa, potrebbe rientrare pure la Guardia costiera italiana. In rotta col ministro dell’Interno.

Partiamo da qui. Secondo quanto emerge da indiscrezioni rivelate sia dal Corriere che dal Messaggero, nell’aria ci sarebbe la sostituzione dell' ammiraglio Giovanni Pettorino, comandante della Guardia costiera. L’idea, scrive il Messaggero, sarebbe emersa dopo il noto caso della nave Diciotti e l’intervento che i guardiacoste italiani hanno fatto per portare i migranti a terra. Salvataggio che, denunciò Salvini, non fu comunicato al Viminale. E che spinse il leader della Lega a richiamare "all'ordine" la Guardia costiera.

Per il Corriere solo Danilo Toninelli potrebbe bloccare la sostituzione di Pettorino, "ribadendo che la linea fin qui seguita sul salvataggio dei migranti è imposta dalla legge”. E infatti in mattinata, appena trapelata la notizia, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ha deciso di uscire allo scoperto in difesa dell'ammiraglio. "Ha la mia piena fiducia - ha scritto su Fb il grillino - Nonostante alcune notizie giornalistiche prive di fondamento, continui nella sua incessante opera di monitoraggio dei nostri mari. Continui con il suo lavoro a capo della Guardia Costiera che ci rende orgogliosi perché salva vite, tutela l'ambiente e garantisce legalità".

Intanto sembra delinearsi con maggiore chiarezza quanto potrebbe succedere invece ai vertici di Aise e Dis. Per il servizio segreto estero Alberto Manenti potrebbe lasciare il posto la settimana prossima. Il candidato a prendere le redini dell’Aise sarebbe il generale Giovanni Caravelli, vicedirettore dal 2014. Caravelli sarebbe ben visto da Salvini per la gestione del dossier libico e si è conosciuto pure col ministro Trenta quando la grillina era capitano della riserva. L’alternativa, scrive il Messaggero, potrebbe essere invece il generale della Guardia di finanza Luciano Carta, vice dell'Aise.

Sul fronte del Dipartimento delle Informazioni per la sicurezza (Dis), invece, il posto di Pansa potrebbe spettare a Elisabetta Belloni, segretario generale del ministero degli Esteri, oppure a Enrico Savio o al generale Carmine Masiello. Pare che Pansa, invece, potrebbe ottenere da Giuseppe Conte, con cui sembra aver instaurato un buon rapporto, la delega ai servizi segreti. “Perché il premier Giuseppe Conte – scrive il Corriere - ha avuto modo di apprezzare il lavoro di Pansa e non è escluso che possa decidere di chiamarlo a Palazzo Chigi nelle vesti di consulente”.

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