La difesa del Cav cita 67 testimoni: ha aiutato tutti per generosità

L'ultimo nato è il processo Ruby ter, che vede il Cavaliere accusato di corruzione giudiziaria per gli aiuti economici dispensati ad alcune ospiti delle sue feste

La difesa del Cav cita 67 testimoni: ha aiutato tutti per generosità

Milano - Sono passati sette anni e il processo Ruby non finisce mai, dicono i cronisti a Federico Cecconi, uno dei legali di Silvio Berlusconi. «A dire il vero - risponde lui - direi che è da venticinque anni che la magistratura si occupa del dottor Berlusconi...».

L'ultimo nato, che ieri debutta in aula per essere subito rinviato, è il processo Ruby ter, che vede il Cavaliere accusato di corruzione giudiziaria per gli aiuti economici dispensati ad alcune ospiti delle sue feste: per convincerle, secondo la Procura, a mentire sul tasso di licenziosità di quelle serate. Ma ieri Cecconi e il suo collega Franco Coppi depositano la lista dei testimoni a difesa che chiedono di convocare in aula. Sessantasette nomi, e una tesi da dimostrare: Berlusconi ha aiutato economicamente una quantità di persone da cui non ha avuto niente in cambio, tantomeno sotto forma di falsa testimonianza. E quindi anche i sostanziosi versamenti alle cosiddette Olgettine vanno interpretati come aiuti umanitari e non come il prezzo del silenzio.

Tra i sessantasette testimoni, ce ne sono molti che con le serate ad Arcore hanno avuto frequentazioni sporadiche o nulle, e che non sono mai stati citati in aula: da Barbara D'Urso a Maristella Gelmini, dal famoso ragionier Spinelli al medico curante dell'ex premier, Alberto Zangrillo, fino all'ex vicecapo della polizia Massimo Mazza. Ma le testimonianze cruciali saranno quelle di una serie di giovani donne, simili come estrazione e percorsi a quelle che il Cavaliere avrebbe corrotto: e che anche loro sono state aiutate economicamente, benché non siano mai state sospettate di avere mentito in aula, e talune di loro mai nemmeno interrogate.

Si tratta di Maria Letizia Cioffi, Miriam Marcondes, Marianna Yushchak e Maria Grazia Ravoni. «Per ogni elemento d'accusa - spiega Cecconi - ci sono spunti contrari: tra cui i versamenti a soggetti analoghi, mai toccati dal processo, aiuti palesamente estranei ad ogni contropartita illecita».

A presiedere il processo doveva essere il giudice Giulia Turri, la stessa che nel primo processo Ruby inflisse a Berlusconi la condanna a sette anni poi annullata in appello e Cassazione.

Ma il giudice ha deciso di riunire il processo a quello già fissato a carico di Ruby (ovvero Kharima el Mahroug) e altre ragazze accusate di avere mentito a pagamento. Berlusconi verrà processato insieme a loro, davanti ad altri giudici, a partire dal 3 luglio. La presidenza del Consiglio dei ministri ha annunciato ieri in aula che intende costituirsi parte civile contro Berlusconi.

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