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La difesa dei nativi americani di "Piccola Piuma". Arrivano le scuse dell'Academy (50 anni più tardi)

Rifiutò il premio per conto di Brando. Per il suo discorso fu fischiata e boicottata

La difesa dei nativi americani di "Piccola Piuma". Arrivano le scuse dell'Academy (50 anni più tardi)

Era il 1973 e nei film western i cattivi erano ancora e sempre gli indiani d'America. La prima era dei western, insomma. La produzione successiva ha ribaltato completamente visione. Fatto sta, che proprio in quell'anno, Marlon Brando rifiutò l'Oscar per la sua interpretazione in «Il padrino». Ma fu un rifiuto in contumacia. Al suo posto, sul palco de l'Academy, mandò la nativa americana, all'epoca 26enne, Sacheen Littlefeather, (Piccola Piuma). La quale declinò l'offerta della statuetta dalle mani di Roger Moore e Liv Ulmann, e invece tenne un durissimo discorso (della durata di sessanta secondi) contro i maltrattamenti subiti dalla sua comunità e sugli stereotipi dell'industria del cinema sui popoli indigeni nei film western. Inoltre richiamò l'attenzione della platea sulla protesta, in atto quel periodo, dei nativi americani che occuparono la cittadina di Wounded Knee dove un secolo prima ebbe luogo il massacro del popolo Sioux Lakota per mano dell'esercito degli Stati Uniti. E riferì che Brando non poteva accettare il premio a causa del «trattamento riservato agli indiani d'America oggi dall'industria cinematografica».

La cosa incredibile è che Sacheen venne sommersa da fischi, insulti e gesti razzisti da parte dei presenti (sembra che il più ostile fosse stato John Wayne che in quel momento di trovava nel backstage ed era furioso) e risultò perfino pericoloso, per lei, attraversare la sala per andarsene. Negli anni successivi, Sacheen venne professionalmente boicottata e discriminata. E ha raccontato poi di essersi sentita abbandonata da tutti. Sola, nella sua battaglia e con le sue ragioni. Ebbene, lo scorso giugno, l'ex presidente dell'Accademia, David Rubin, le ha scritto una dichiarazione di scuse per gli abusi «ingiustificati e ingiustificabili e totalmente inappropriati» subiti a causa del suo discorso. Ma la notizia è stata condivisa solo ora, assieme all'annuncio di una programmazione speciale prevista per il 17 settembre, che si svolgerà con il sostegno dell'attrice Apache per «parlare, celebrare, guarire». In una nota Sacheen Littlefeather ha detto che le scuse dell'Academy sono «un sogno che diventa realtà». E riguardo al fatto che sono arrivate cinquant'anni dopo, ha aggiunto in un comunicato: «Per quanto riguarda le scuse dell'Accademia, noi indiani siamo persone molto pazienti: sono passati solo 50 anni! Dobbiamo mantenere il nostro senso dell'umorismo su questo in ogni momento. È il nostro metodo di sopravvivenza». E ancora: «Non avrei mai pensato di vivere abbastanza per vedere tutto questo. Si tratta davvero di un sogno divenuto realtà. È profondamente incoraggiante vedere quanto tutto è cambiato da quando non ho accettato l'Oscar cinquant'anni anni fa per conto di Marlon Brando. Sono orgogliosa di ogni singola persona che apparirà sul palco».

Piccola Piuma, Grande Spirito.

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