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La Difesa pensa alla leva civile: "Noi contrari alla naja old style"

Il sottosegretario grillino contro l'idea di Salvini di rifare la leva militare. Poi l'allarme terrorismo: "L'Isis resta una minaccia anche se comunica di meno"

La Difesa pensa alla leva civile: "Noi contrari alla naja old style"

Un nuovo servizio di leva. È questa l'idea del sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo che, ai microfondi dell'agenzia Adnkronos, ha presentato l'idea di ripristinare una naja che sia basata "più sul civile che sul militare" in modo da "formare i giovani su valori etici ma anche su valori essenziali globali come la sicurezza nazionale, la geopolitica e la geostrategia". Nessun progetto di un ritorno al servizio militare di leva, insomma, a dispetto di quanto aveva annunciato tempo fa Matteo Salvini. "Viviamo un mondo sempre più complesso, in una società sempre più digitale, ci sono due grandi blocchi (Stati Uniti e Cina, ndr)", ha spiegato il grillino secondo cui "un servizio di formazione-leva potrebbe" potrebbe essere "la soluzione giusta" per strutturare i giovani.

Secondo Tofalo nessun partito ha il "primato" sulla sicurezza. "Quando si affrontano i temi legati alla sicurezza nazionale non esistono i colori dei partiti, ma esiste solo la bandiera dell'Italia", ha spiegato il sottosegretario alla Difesa secondo cui, nonostante le sconfitte territoriali sul campo, in Iraq e in Siria, "la minaccia dell'Isis resta". Per questo, è l'avvertimento, "non bisogna assolutamente abbassare il livello di attenzione". "L'opinione pubblica - ha spiegato all'Adnkronos - è stata bombardata da una comunicazione mirata a colpire il mondo occidentale, oggi se ne parla un pò meno ma gli addetti ai lavori, gli uomini e le donne dell'intelligence seguono costantemente queste attività".

Per quanto riguarda le missioni all'estero, invece, Tofalo ha confermato che continuerà il processo di progressiva riduzione del contingente italiano in Afghanistan. Il governo Conte sta, infatti, rivedendo il quadro delle operazioni. "Il concetto è che la Difesa va intesa come sistemica e dual use - ha continuato l'esponente grillino - il che significa che le nostre risorse, anche quelle che sono all'estero, esportano la bandiera, i valori e il know how della difesa, per la sicurezza globale".

La Difesa si sta ora concentrando maggiormente sull'esposizione dell'Italia ai cyber attacchi. Come dichiarato dalla Nato, il cyberspazio è diventato il "quinto dominio" ufficialmente operativo. Da qui l'obiettivo di "ampliare" le misure di prevenzione, anche con lo sviluppo del progetto delle "Coc", unità operative cibernetiche per la protezione dei contingenti militari in attività nei "teatri operativi" all'estero. "Abbiamo un'architettura che vede il potere centralizzato nella presidenza del Consiglio per un quadro complessivo della minaccia cibernetica.

Noi come Difesa abbiamo il Comando Interforze per le operazioni cibernetiche che sta svolgendo un ottimo lavoro", ha rilevato Tofalo ricordando che la sicurezza cibernetica, economica e finanziaria sarà una delle nuove frontiere operative per l'intelligence italiana, che ha da poco rinnovato i propri vertici al Dis e all'Aise.

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