Diffamò Genovese: Dibba a processo

Niente immunità per le ingiurie contro il deputato siciliano

Diffamò Genovese: Dibba a processo

Milano Non sarà l'immunità parlamentare, vituperato scudo della vituperata Casta, a salvare il grillino Alessandro Di Battista dal finire sotto processo. Le ingiurie lanciate ripetutamente contro il deputato siciliano Luigi Genovese, ha stabilito il tribunale di Messina, non hanno nulla a che fare con le funzioni istituzionali ricoperte da Di Battista, e rientrano nella categoria pura e semplice della diffamazione. Così il giudice ha deciso che l'esponente dei 5 Stelle debba finire sotto processo, nonostante l'accanimento con cui la Procura della Repubblica messinese aveva cercato di salvarlo, chiedendo a più riprese l'archiviazione del caso. Niente da fare.

Il giovane deputato preso di mira ripetutamente da Di Battista è il figlio del leggendario Francantonio Genovese, passato dalla Democrazia Cristiana alla Margherita al Pd per transitare poi in Forza Italia ed approdare nel maggio scorso alla Lega (con in mezzo anche un paio di condanne e qualche giorno di carcere). Anche Genovese junior è un irrequieto, avendo appena lasciato Forza Italia per il nuovo gruppo «Ora Sicilia», ma ha la fedina penale intonsa. Eppure due anni fa, durante la campagna elettorale per le regionali siciliane, Di Battista si scatena contro di lui. Va in tv da Di Martedì e dice testualmente «le elezioni siciliane sono state inquinate, sono stato in Sicilia e ho conosciuto siciliani che mi dicevano io sono del Movimento 5 Stelle ma non posso non votare Genovese altrimenti perdo il posto di lavoro». Pochi giorni dopo, Di Battista ripete il concetto su Canale 5, rincarando la dose.

Genovese ricatta gli elettori siciliani: accusa grave quant'altre mai. Peccato che Di Battista non abbia in mano assolutamente nulla a sostegno dell'accusa. Così, dopo l'immediata querela di Genovese jr, per salvarlo dal processo il pm si appende all'articolo 68 della Costituzione, ultimo lembo superstite dell'immunità parlamentare: i deputati e i senatori non possono essere processati per le opinioni espresse nell'esercizio delle loro funzioni. Ma il salvataggio di Di Battista va a sbattere contro il puntiglio di un giudice preliminare che va a prendersi tutti i discorsi pronunciati dal grillino in aula, e scopre che nelle sue vesti istituzionali di Genovese non parla mai. Le funzioni parlamentari, insomma, non c'entrano.

Ma all'udienza del 20 dicembre 2018 il pm insiste per concedere l'immunità a Di Battista, e gli avvocati del grillino si associano. All'udienza successiva il pm insiste, Di Battista capisce che non è il caso e rinuncia all'indennità. E il giudice ordina: imputazione coatta, va processato.

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