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Dilagano le moschee abusive. Che imbarazzo per i sindaci Pd

In Emilia Romagna le associazioni islamiche affittano locali per creare centri culturali e li trasformano in luoghi di culto senza controllo. I comuni: "Non possiamo fare nulla"

Dilagano le moschee abusive. Che imbarazzo per i sindaci Pd

A Luzzara è un deposito, a Guastalla una cantina. A Boretto un garage. Mentre a Reggio sono abitazioni. Però sono moschee. L'escalation di violenza in Iraq nei confronti dei cristiani e la paura che in occidente si possano annidare cellule di organizzazioni terroristiche deve aver fatto rizzare i capelli ai Comuni dell'Emilia rossa, che adesso, come è il caso della Città del Tricolore, sta procedendo con un ritardo decennale a sanare l'abuso edilizio nelle due moschee di via Gioia e via Piccard. Abuso edilizio sotto gli occhi di tutti gli amministratori che, un po' per buonismo, un po' per impossibilità, hanno fatto finta di nulla in nome di una malcelata pax sociale. Il quotidiano Prima Pagina Reggio ha verificato la situazione delle moschee nel reggiano e ha scoperto che la maggior parte non ha i requisiti richiesti dai Piani regolatori di «luogo di culto», che necessiterebbe di requisiti minimi di sicurezza, parcheggi, segnalazioni etc.

Costruire una moschea non è semplice. Bisogna coinvolgere i consigli comunali e l'opinione pubblica. Così le associazioni islamiche di pakistani sparse lungo la pianura padana hanno ovviato con astuzia al problema. Si parte con la costituzione di un'associazione di stampo culturale o sportivo. A Guastalla si chiama Associazione culturale e sportiva Pak Mohammadia, a Luzzara Pak Muhammadia Islamic Welcome Center. Sono dotate di molti soldi e ricevono finanziamenti dall'Inghilterra, dalla Norvegia o anche dalla madre patria. Individuano uno stabile, il più delle volte un capannone industriale o un'abitazione e vi trasferiscono lì la loro sede. Al Comune basta comunicare che dentro vi si svolgono normali attività culturali o di welfare, per aiutarsi tra di loro, per fare genericamente cultura. In un capannone moschea sulle rive del Po si è resa necessaria la costruzione di un bagno. Nessun problema: basta aprire una Scia (segnalazione di inizio attività), una pratica snella che le amministrazioni concedono alle imprese per avviare attività produttive. Così facendo possono anche effettuare opere di manutenzione burocraticamente snelle e fiscalmente vantaggiose, con sconti anche fino al 55%. Però non sono depositi o magazzini come i Comuni sono costretti a riconoscere, ma veri e propri luoghi di culto. Sotto gli occhi di tutti. Basta andare in uno di questi paesi cantati da Guareschi per rendersene conto e chiedere a tutti: «Dov'è la moschea?». Ci si sentirà rispondere con certezza la via e il civico. Però non sono moschee regolari dal punto di vista urbanistico, quindi possono costituire un potenziale problema proprio per la loro irregolarità e per lo scarso controllo che vi si esercita, essendo stabili di proprietà. «I Comuni non possono fare nulla», si lamenta il sindaco di Luzzara Andrea Costa e segretario provinciale del Pd perché «formalmente quello è un deposito, l'unica cosa che possiamo fare sono i sopralluoghi della polizia municipale». Eppure basterebbe una sanzione per cambio non autorizzato di destinazione d'uso. Ma le cronache non riportano che il braccio duro dei Comuni, impegnato a tartassare con multe gli automobilisti, sia arrivato a stanare gli islamici trasgressori. I vicini vedono però i bambini entrare per apprendere i fondamenti del Corano.

Qualche mosca bianca c'è. A Correggio il Comune, fiutando il rischio dell'acquisizione con fondi di dubbia provenienza, ha preferito acquistare il terreno e montare un prefabbricato, che non è di proprietà dell'associazione islamica locale, la quale deve pagare un regolare affitto al Comune. Così si ottiene una rendita, si controlla meglio l'attività e all'insorgere del primo problema di convivenza si può decretare lo sfratto. Lontani i tempi in cui le amministrazioni rosse lodavano il caso di Luzzara perché vi era una classe elementare di soli extracomunitari. Ora la sinistra sta scoprendo l'altra faccia dell'immigrazionismo e deve trovarsi a gestire decine di situazioni irregolari nel momento storico più critico.

Con ripercussioni sociali rischiose perché ciò che gli islamici hanno percepito come un diritto fino a ieri, improvvisamente non lo è più.

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