Dipendenza grave e danni al cervello se il consumo inizia da giovanissimi

Medici e farmacologi non si schierano ma concordano su un punto: fumare erba a 14 anni può causare problemi psichiatrici

Dipendenza grave e danni al cervello se il consumo inizia da giovanissimi

La cannabis fa male o no? Si, no o ni? Dipende da quante canne ti fai, quando le fai, e a che età ti fai trascinare nel giro.

Gli esperti non fanno fronte comune e persino l'Organizzazione mondiale della Sanità non ha le idee chiare sull'argomento. Anche se c'è un punto fermo su cui tutti concordano: fumare l'erba a 14-15 anni può procurare danni anche al cervello. Riccardo Gatti, direttore del dipartimento dipendenze di Milano, ammette che l'uso prolungato in età giovanile «può provocare dei problemi di tipo psichiatrico e sembra che faciliti l'insorgenza di sintomi di tipo psicotico, anche se non è ancora chiaro se li provochi direttamente o indirettamente».

Dall'Oms gli scienziati precisano inoltre che «con un consumo a lungo termine possono esserci effetti su memoria, pianificazione, processo decisionale, velocità di risposta, coordinazione motoria, umore e cognizione».

Anche Gian Luigi Gessa, psichiatra e farmacologo, focalizza i possibili danni sui preadolescenti e negli adolescenti, soprattutto sotto i quindici anni. In questa età, infatti, il cervello si sta ancora formando, è in una fase evolutiva e le droghe leggere causano seri deficit cognitivi: nell'apprendimento come nei processi della memoria. Insomma non si può studiare matematica e fumare marijuana. Anche nello sport le droghe leggere creano più di una difficoltà al controllo motorio, ai movimenti complessi, all'abilità manuale.

Poi c'è un dato scientificamente certo: chi comincia presto ad assumere droghe leggere ne rimane agganciato, può diventare un fumatore abituale, da più volte al giorno.

Un'altra questione seria che viene posta dagli esperti riguarda la dipendenza, ma anche qui ci sono dei distinguo. Gessa, per esempio, sostiene che anche su chi ha fatto uso di cannabis per decenni in modo costante non si forma una sindrome di astinenza. Per Gatti invece «crea dipendenza in un rapporto da uno a dieci e alla fine non è poco perché la gente che fuma cannabis è davvero molta». Si parla infatti di oltre sei milioni di italiani. In particolare, un terzo degli studenti italiani di 15-19 anni ha provato cannabis almeno una volta nella vita, mentre quasi il 27% l'ha utilizzata recentemente, prevalenze che si riducono quando si fa riferimento al consumo corrente (17%) e a quello frequente (3%). Anche l'Oms snocciola dati che condannano la cannabis. E spiega che il rischio della dipendenza dalla sostanza c'è ed è pari al 10 per cento, che varia da 1 su 6 tra gli adolescenti, a 1 su 3 tra chi consuma cannabis giornalmente. Non solo. «Fumare un mix di cannabis e tabacco può aumentare il rischio di cancro e di altre malattie respiratorie, ma è stato difficile capire se i fumatori di cannabis hanno un rischio più elevato, al di là di quella di fumatori di tabacco».

In fatto di ricerche scientifiche ecco quanto scrive l'Osservatorio europeo delle droghe e tossicodipendenze (Emcdda): «Gli studi osservazionali consentono di individuare alcune associazioni con disturbi psicotici e un più elevato rischio di avere problemi respiratori per i consumatori a lungo termine. Durante l'adolescenza crescerebbe il rischio di schizofrenia, anche se in questi casi la genetica ha un ruolo cruciale».

I pericoli dunque, ci sono, tutti lo ammettono e Gatti raccomanda: «Un adolescente dovrebbe stare molto lontano dalla cannabis ma anche da alcol e fumo,

altrettanto dannosi». Ma se parliamo di una classifica di pericolosità legata alla reale tossicità, Gian Luigi Gessa non mette in testa la cannabis, bensì l'alcol, seguita dall'eroina, la cocaina in forma di crack e la nicotina.

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