Coronavirus

La direttiva del Consiglio europeo inascoltata. "L'Italia accantoni soldi per i risarcimenti"

La risoluzione 2361 di gennaio: "Garantire ristori per i danni del vaccino"

La direttiva del Consiglio europeo inascoltata. "L'Italia accantoni soldi per i risarcimenti"

L'odio sociale che si sta scatenando tra chi si è vaccinato e chi non ha intenzione di farlo si acuisce ogni giorno di più. Tra questi ultimi serpeggiano molti dubbi. Uno dei più difficili da vincere è sugli eventuali effetti collaterali: il vaccino non è obbligatorio e per farlo bisogna firmare un consenso informato, che suona un po' come una liberatoria dalle responsabilità dello Stato e delle case farmaceutiche. E ora il green pass suona loro come un ricatto. Ossia: se non ti vaccini ti rendiamo la vita impossibile. Ma se ti vaccini e riporti dei danni sono fatti tuoi.

C'è tuttavia un documento di cui non si è mai sentito parlare e che potrebbe cambiare radicalmente le cose, sanando ogni ferita: è la risoluzione 2361 dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, inerente proprio i vaccini. È il 27 gennaio di quest'anno e a Strasburgo il tema vaccinazione Covid non può che impattare sui diritti umani. L'Assemblea esorta così i 47 Stati membri (27 dei quali dell'Unione Europea) su alcuni punti ben precisi: devono garantire che «la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno è sottoposto a pressioni politiche, sociali o di altro tipo per essere vaccinato se non lo desidera». Deve altresì garantire che «nessuno venga discriminato per non essere stato vaccinato, per possibili rischi per la salute o per non volersi vaccinare». Ma soprattutto, al punto 7.1.5, l'Assemblea esorta i governi a «mettere in atto programmi indipendenti di compensazione vaccinale per garantire il risarcimento per danni indebiti e danni derivanti dalla vaccinazione». All'epoca era in carica ancora Giuseppe Conte ma il ministro della Salute è sempre lo stesso, Roberto Speranza. Solo che di risarcimenti non si sa nulla. Sapere che lo Stato risponda in caso di danni anche per una vaccinazione non obbligatoria (per la quale invece esiste già la legge 210/92) spingerebbe certamente più persone ad accettare l'iniezione perché si sentirebbero meno soli di fronte a una scelta resa oltremodo difficile dal siparietto di scienziati in tv divisi su tutto e dalla girandola sui consensi informati.

Ma il ministero della Salute, come chiesto da Strasburgo, ha preteso da Palazzo Chigi di mettere da parte risorse per indennizzare eventuali danni da vaccino? E nel caso, quanto? E perché non viene data la massima pubblicità a questo stanziamento? Ha istituito un organismo apposito cui rivolgersi?

Si tratta di una questione cruciale se davvero venisse trovata, per esempio, una correlazione tra le morti italiane per trombosi nei vaccinati con Astrazeneca e il vaccino. Il preparato certamente poteva provocare trombosi fatali in donne sane sotto i 60 anni, come recitavano consenso informato e foglietto illustrativo del 14 aprile, eppure venne comunque inoculato a molti giovani a fine maggio: poco dopo morì a Genova la diciottenne Camilla Canepa e sulla vicenda c'è un'indagine in corso.

Aderire immediatamente alle richieste di Strasburgo sarebbe molto utile per convincere gli indecisi, invece di additarli tutti come No Vax, anti scienzati o persone da rinchiudere in casa come sorci (Burioni dixit). E se invece Speranza avesse deciso di disattendere la direttiva?

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