Coronavirus

Discoteche aperte, è scontro tra Cts e Solinas. Va agli atti la mail con l'ok dell'infettivologo

Il medico: "Parlavo a titolo personale". Il governatore: "Un caso mediatico"

Discoteche aperte, è scontro tra Cts e Solinas. Va agli atti la mail con l'ok dell'infettivologo

Ballare sulla barca che sta affondando è un'immagine forse abusata ma certamente molto adatta a descrivere il caso Sardegna, la regione eletta a simbolo dell'estate scatenata che avrebbe dato il la all'autunno della seconda ondata.

Su quello che è accaduto ad agosto sull'isola ci sono un'inchiesta e molte polemiche. L'inchiesta è quella condotta delle procure di Cagliari e di Tempio Pausania (Sassari) sulla riapertura delle discoteche che potrebbe giustificare l'ipotesi di pandemia colposa: nella tarda serata di giovedì altri documenti sono stati acquisiti dai carabinieri negli uffici dell'assessorato regionale della Sanità per conto dei pm galluresi.

Tra i documenti «annessi» all'indagine la mail dell'immunologo Stefano Vella, componente del Comitato Tecnico scientifico regionale, inviata alla direzione generale della Sanità e con la quale lo stesso Vella e un altro componente del Cts, Giovanni Sotgiu, avrebbero dato una valutazione positiva alla riapertura delle discoteche, lo scorso 11 agosto. Un documento che potrebbe in qualche modo scagionare il presidente della regione Sardegna, Christian Solinas, che firmò l'ordinanza numero 38 che ha permesso alle discoteche della Sardegna di rimanere aperte fino a essere accusati di essere focolai di contagio. «Caro Marcello (Tidore, direttore generale della sanità regionale, ndr), ho sentito per il momento solo Giovanni Sotgiu (professore dell'Università di Sassari e componente del Cts, ndr), ma lui e me va bene. Perché son solo all'aperto, ed è inevitabile e necessario che riaprano. Oltre ai controlli delle forze dell'ordine, che andranno rinforzati. Un caro saluto», si legge nella mail, scritta dopo che Vella aveva ricevuto la bozza dell'ordinanza che sarebbe stata firmata poche ore dopo. Ieri però Vella, interpellato da Repubblica.it, si è giustificato dicendo che «quella mail non è, né può essere considerata, un parere del Cts, né tantomeno un parere positivo all'idea di tenere aperte le discoteche in estate, verso cui, come Comitato, ci siamo sempre ufficialmente opposti, ritenendola pericolosa e sbagliata, visto il grande afflusso di turisti sull'isola. Io parlavo solo a titolo personale». Una giustificazione piuttosto esile in verità.

Scaricabarile, di questo si tratta. Quel che è certo è che, come fa notare Solinas presentando l'atto di programmazione per l'emergenza sanitaria, la «situazione è sotto controllo a dispetto della rappresentazione che qualcuno tende a fare procurando un allarme che in questo momento è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno». Il governatore parla esplicitamente di «caso mediatico».

Sulla vicenda interviene anche Umberto Smaila, che in Costa Smeralda ha un locale. «Quando sono state aperte le discoteche in Sardegna c'erano i contagi minimi. Come si faceva a prevedere che qualcuno che arrivava dai locali di Ibiza avrebbe portato il virus lì e si sarebbe diffuso? Non era possibile». «C'è la caccia all'untore - prosegue lo showman -. Perché parlano tutti della Sardegna? Ci sono migliaia di discoteche in Italia.

Perché non parlano delle discoteche delle Marche o della Romagna?».

Commenti