Coronavirus

Discoteche, il blitz dei gestori sulla spiaggia di Speranza: "Perché noi gli unici chiusi?"

Tutto aperto con il green pass, tranne le discoteche. I ristoranti tutt'al più lamentano un calo del 25% nelle sale interne

Discoteche, il blitz dei gestori sulla spiaggia di Speranza: "Perché noi gli unici chiusi?"

Tutto aperto con il green pass, tranne le discoteche. I ristoranti tutt'al più lamentano un calo del 25% nelle sale interne. Ma per le discoteche è diverso, al chiuso non si balla da un anno e mezzo. Una categoria allo stremo. All'aperto lavorano, si entra con il certificato verde solo per ascoltare la musica, seduti, lontani dalla pista. Almeno così dovrebbe essere. Perché poi la realtà è sotto gli occhi di tutti: si balla abusivamente ovunque. Nei locali, nei bar, negli stabilimenti balneari, in piazza. Da Nord a Sud. Senza mascherine e distanziamento, senza regole e sicurezza.

Sono le cronache a fotografare una situazione ai limiti del paradossale: continui blitz delle forze dell'ordine che intervengono per chiudere discoteche fuori legge. Solo sabato notte due a Riccione e una a Rimini. In quest'ultima c'erano più di mille giovani scatenati nelle danze in tre sale, in violazione di ogni misura di legge, con un solo addetto alla sicurezza. E sì che sul sito veniva pubblicizzata una serata nel pieno rispetto delle normative anti-Covid. Invece la polizia ha trovato i ragazzi ammassati in pista come fosse una normale serata pre-pandemica, con diverse persone sotto l'effetto di ecstasy e Lsd e un po' di droga qua e là. Titolare deferito all'autorità giudiziaria per una sfilza di irregolarità e clienti tutti a casa, chissà se con l'idea di farsi un tampone di controllo. Per sicurezza, per scongiurare il pericolo di un nuovo focolaio, come quello scoppiato a Gallipoli, in Puglia, qualche giorno fa. Anche in quel caso dopo qualche allegra serata danzante.

Discoteche chiuse solo sulla carta, dunque, a scapito di chi rispetta le regole e si lecca le ferite. Finora le proteste della categoria, che chiede di ripartire con il green pass e rispettando rigide misure di sicurezza, sono cadute nel vuoto. Ma il popolo della notte non si ferma, gli abusi continuano. Così, per cercare di farsi ascoltare i titolari delle discoteche hanno deciso di «assediare» Roberto Speranza in vacanza. Con tanto di striscioni e megafono hanno raggiunto Castiglione della Pescaia, in provincia di Grosseto - dove il ministro della Salute sta trascorrendo le vacanze con la famiglia in un resort - per improvvisare una manifestazione sulla spiaggia, a bordo acqua.

«Green pass per tutti, per noi no?», «Grazie, mille aziende fallite», «Diciannove mesi senza lavoro», alcune delle scritte sui cartelli mostrati dai gestori dei locali da ballo. Che in un video diffuso in rete chiedono il motivo per cui altri tipi di locali, come i ristoranti, possono restare aperti con l'obbligo di green pass mentre le loro attività devono ancora restare chiuse. «Siamo venuti a dare il benvenuto al ministro. Le discoteche sono in gran parte chiuse da 19 mesi. Deve spiegarci perché il green pass vale per tutti mentre per i nostri locali no, altrimenti staremo qui sette giorni ad aspettarlo», sostiene Antonio Degortes, gestore di una discoteca del posto. La manifestazione sulla spiaggia non era stata preavvisata e dunque sono intervenuti i carabinieri, che hanno proceduto all'identificazione dei partecipanti. Ma nessuno di loro si è scoraggiato. Vogliono incontrare Speranza, vogliono ottenere le risposte che finora non hanno avuto. E soprattutto pretendono di ricominciare a lavorare come tutti, altrimenti promettono che ripeteranno la protesta anche nei prossimi giorni.

Certo Speranza non immaginava di ritrovarsi nel mirino del popolo della notte in piena estate.

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