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"La disforia di genere non è ideologia. No a iter frettolosi"

L'attivista Lgbt Paola Concia: "Piano con la triptorelina, ogni caso è a sé"

"La disforia di genere non è ideologia. No a iter frettolosi"
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Paola Concia, ex deputata Pd e attivista Lgbt, cosa pensa dell'utilizzo della triptorelina già a 13 anni?

"La bambina di La Spezia ha iniziato il suo percorso a 9 anni, quindi ben prima dei 13 anni. Faccio notare che molti Paesi, Inghilterra per prima, stanno facendo retromarcia sulle proprie posizioni sull'ultilizzo dei bloccanti della pubertà. Hanno effetti irreversibili e non ci sono abbastanza informazioni scientifiche sulle conseguenze che possono provocare nel tempo, con la crescita".

Crede che in Italia vengano somministrati con troppa leggerezza?

"Sono convinta che gli strumenti per accompagnare una transizione di genere, soprattutto quando stiamo parlando di ragazzini, siano altri. Non possono essere solo i farmaci, ci vogliono cura, ascolto, amore, pazienza".

Quindi non sono sufficienti 5 sedute con lo psicologo per autorizzare la transizione?

"Mi sembra un po' frettoloso. Il tema è molto più delicato, in particolar modo nei giovanissimi. Ogni caso è a sè e le storie sono tutte diverse. Per questo le cure andranno personalizzate e non si potrà uniformare un unico iter per tutti".

È una critica verso il protocollo che sta per arrivare?

"Quel protocollo mi auguro sia0 utile a determinare dei paletti medici e psicologici, a 0vitare leggerezze nella consapevolezza che la disforia di genere esiste. Ma ogni ragazzo, ogni ragazza ha la sua storia. E poi mi chiedo: come è possibile in pre adolescenza avere un'identità formata a tal punto da voler cambiare genere? È tutto in evoluzione, nulla è ancora definito".

Quindi non sempre quella che viene trattata come disforia è realmente tale?

"I bambini che con i loro comportamenti fanno pensare a una disforia di genere potrebbereo semplicemente manifestare la loro omosessualità. Per questo credo ci voglia un percorso più delicato, più lento. I bambini-adolescenti vanno amati per quello che sono, anche nella loro non-definizione di genere. Ci vuole un percorso profondo di consapevolezza, sia per i ragazzi, sia per la loro famiglia".

Intende questo per accompagnamento personalizzato?

"Ci sono tanti aspetti da considerare prima di 'diagnosticare' la disforia: le difficoltà di accettazione del sé, l'insicurezza della pre adolescenza, la confusione nel capire il proprio orientamento sessuale, la fatica nell'ammettere l'omosessualità".

Cioè tutto il calderone di emozioni e confusione dei 10-15 anni?

"La vera consapevolezza di sé arriva con l'adolescenza, non prima. Forse prima di somministrare un farmaco come la triptorelina è bene ragionare 'a bocce ferme' e non in piena rivoluzione ormonale. Anche perché le conseguenze restano per tutta la vita. A quell'età è normale non sapere con chiarezza chi si é".

Serie tv, campagne politiche e battage di propaganda sembrano incoraggiare la cultura transgender.

"Diciamolo chiaro: questo argomento non va

ideologizzato. Non si può. È una realtà da affrontare con amore, non con ideologia e bandiere. La battaglia per i diritti delle persone trans è sacrosanta, ma nel rispetto del percorso personale, cioè diverso di persona in persona".

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