Venti giorni alla fase due. Se da martedì riaprono soprattutto librerie, cartolibrerie e negozi di abbigliamento per bambini, dal 4 maggio lo faranno per gradi le altre attività sulla base delle indicazioni del comitato tecnico scientifico e della task force guidata dal manager scelto dal governo, Vittorio Colao. Anche se molto dipenderà dalla curva dei contagi e da quell'indice, l'R zero, che definisce il livello di trasmissione dell'infezione. Non è esclusa un'anticipazione della fase due, ma nemmeno un suo posticipo, perché i numeri dei contagi impongono di navigare ancora a vista in base alla curva. Di certo c'è che in queste settimane le imprese e le attività dovranno attrezzarsi per il rientro. L'ultimo dpcm di venerdì 10 aprile stabilisce le regole per quelle che rialzano le saracinesche martedì: dalle librerie agli studi professionali, dalle aziende di pc alle attività forestali, fino all'ingrosso di carta e cartone. Per tutte, disinfettanti, mascherine, pulizie.
La prima regola è il distanziamento di almeno un metro. Da rispettare sempre. Per le attività che prevedono contatto con il pubblico sono obbligatori guanti e mascherine. I guanti «usa e getta» vanno usati anche da chi compra, soprattutto alimentari. Obbligatoria una «ampia disponibilità di disinfettante»: gli erogatori dovranno essere posizionati all'ingresso dei locali, negli uffici accanto a tastiere e touch e nei negozi alle casse vicino ai sistemi di pagamento Pos. Tutti gli spazi vanno puliti «almeno due volte al giorno», vanno sanificati gli ambienti compresi i sistemi di areazione. In ogni caso gli ingressi del pubblico vanno sempre scaglionati. Per i negozi «fino a 40 metri quadrati può accedere una persona alla volta, oltre a un massimo di due operatori». Per questo si prevede anche a possibilità di allungare gli orari di apertura e consentire un servizio adeguato. Per quelli superiori ai 40 metri quadrati «l'accesso è regolamentato in funzione degli spazi disponibili, differenziando, ove possibile, i percorsi di entrata e di uscita».
Regole stilate dal comitato tecnico scientifico. Che sta anche valutando, insieme con la task force della fase 2, le attività che potranno ripartire dopo 4 maggio in base ai rischi. L'ordine di priorità deve ancora essere definito, ma gli ultimi a riaprire saranno bar, ristoranti, parrucchieri, centri estetici e palestre. E quando lo faranno dovranno essere pronti. Impossibile definire un protocollo univoco per ogni settore che ha le sue peculiarità. Le gestione dei locali dovrà essere ripensata per garantire il metro di distanza al bancone e tavoli distanziati. Parrucchieri ed estetisti dovranno ricevere solo su appuntamento e con un solo cliente per lavoratore, sempre dotato di mascherina e guanti. Anche i trasporti dovranno essere ripensati. Si valuta il potenziamento in determinate fasce orarie per evitare assembramenti. «La fase 2 sarà molto più articolata, con una batteria ulteriore di strumenti, una app sui contagi. Gli italiani che lo vorranno potranno essere tracciati nelle loro relazioni. Faremo una campagna obbligatoria per i test sierologici», ha detto il commissario all'emergenza Domenico Arcuri. Uno studio di un gruppo di ricercatori italiani guidati da Antonio Scala, presidente della Big Data in Health Society e ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, analizza i possibili scenari della ripartenza sulla base dei dati: «I risultati mostrano - si legge - che molto probabilmente, sarebbe meglio uscire dal lockdown con un calendario cadenzato sulla base dell'evoluzione dell'epidemia di ogni singola regione». Un'uscita graduale e differenziata.
Anche sulla base delle età per «mitigare gli effetti di rimbalzo dell'epidemia»: «Sia i giovani (fino a 19 anni) che gli anziani (oltre i 70 anni) sono le classi che possono avere una maggiore influenza sul post-lockdown».
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