È approdato ieri sera al Quirinale il testo del decreto sicurezza, fortemente voluto dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Ma è giallo sul punto delle espulsioni facili. Insomma, sembra quasi che ci siano state pressioni informali del Colle, dove il testo è giunto già modificato, malgrado dal Viminale si neghi il passaggio. I sospetti si concentrano soprattutto sull'articolo 10, di cui è cambiato non solo il titolo, ma anche la sostanza e che è stato reso più «morbido», forse per evitare pareri di incostituzionalità.
Tra le modifiche principali la «sospensione al procedimento per il riconoscimento della protezione internazionale» per i migranti che commettono crimini. Ma sono da segnalare anche alcune modifiche alle clausole finanziarie. Fonti vicine al Viminale fanno sapere che, dopo l'approvazione al Consiglio dei ministri, il «decreto Salvini» attende solo l'ok di Mattarella. Ma anche che «il testo non ha subìto alcuna modifica dopo l'approvazione. I contatti tecnici sono avvenuti prima del Consiglio dei ministri. Appare quindi improprio qualsiasi confronto con bozze redatte precedentemente e che il ministero dell'Interno non ha mai diffuso». E ribadiscono anche che è erroneo «parlare di modifica al testo in materia di sospensione del procedimento di riconoscimento della protezione internazionale». Ma quali sono i cambiamenti? Nel documento si chiarisce che se un tempo il migrante che commette crimini aveva la «sospensione del procedimento per il riconoscimento della protezione internazionale», oggi con il nuovo decreto sicurezza si avrà un «procedimento immediato innanzi alla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale». È su questo punto che alcuni costituzionalisti avevano espresso perplessità. In particolare ritenevano che la protezione internazionale «non si possa valutare solo tenendo conto della buona condotta, soprattutto in caso di mancanza di una condanna definitiva e in presenza di un semplice procedimento penale». C'è chi dice che il testo sia stato «ammorbidito» proprio per non creare attriti con Colle, anche se il Viminale continua a negare. Cosa certa è che sarà il Presidente della Repubblica, adesso, a doversi esprimere. Oltretutto vanno a interessare il decreto anche alcune modifiche relative alle clausole finanziarie che sarebbero state richieste dal ministero dell'Economia e delle Finanze. La conferma starebbe nel fatto che in diversi punti, tra cui quello legato al raddoppio del tempo di soggiorno degli extracomunitari nei Centri di permanenza (che passa da 90 a 180 giorni) si specifica che «dall'attuazione delle disposizioni non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».
Le presunte pressioni sull'articolo 10, comunque, non sarebbero le sole. Nei giorni scorsi, infatti, il Colle aveva fatto alcune osservazioni sulla legittimità di alcuni provvedimenti. Il Capo dello Stato, che dovrà dare il suo assenso affinché il decreto sia poi promulgato, dovrà infatti appurare che non vi sia incostituzionalità in nessuno dei punti. Sarebbe questo il motivo alla base della presunta scelta di inviare un testo su cui Mattarella non metta bocca.
Peraltro, proprio Matteo Salvini, sulla norma sul diritto d'asilo contenuta del decreto, nella serata di ieri ha chiarito: «Il richiedente asilo commette un reato? Immediata convocazione in Commissione, sospensione ed espulsione, questo accadrà. Un passo in avanti per tornare ad essere un Paese normale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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