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Domani si vota per il Csm, l'intesa è lontana: "Ma il nome del prossimo vicepresidente c'è"

Trattative in corso tra maggioranza e Renzi, occhi puntati su Cucca e Pinelli

Domani si vota per il Csm, l'intesa è lontana: "Ma il nome del prossimo vicepresidente c'è"

Le fibrillazioni della maggioranza si riflettono anche sul capitolo giustizia. Fdi e Lega incassano l'ok del Guardasigilli Carlo Nordio alle modifiche della riforma Cartabia ma domani in Parlamento si aprono le danze per l'elezione dei dieci componenti laici per il Csm. Servono i 3/5 dei voti delle Camere in seduta plenaria, alla maggioranza mancano giusto i trenta voti di Azione-Italia viva per portare a casa il bottino pieno, lasciando solo un membro laico al Pd o ai Cinque stelle. Il capo dello Stato ha chiesto che l'organo di autogoverno della magistratura venga messo presto in condizione di funzionare nella sua pienezza, anche per evitare certe forzature del precedente Csm, scaduto da molti mesi ma in regime di prorogatio. I venti togati espressione delle correnti magistrati sono già stati votati e scalpitano. «La riforma del Csm che doveva seppellirle ha fallito», si rammarica un parlamentare di lunga data. Una fumata bianca domani è impossibile o quasi. L'accordo sul vicepresidente «non ostile» al centrodestra ancora non ci sarebbe, ma le trattative con gli sherpa di Matteo Renzi non si sono quasi mai fermate, parallelamente ai dialoghi sotterranei tra partiti e correnti della magistratura. Servono sedici voti: sulla carta se centrodestra e Renzi ne portassero a casa nove (tre a Fdi, due per Lega, due per Forza Italia e due per Azione-Iv) con il nome giusto per la vicepresidenza si troverebbe rapidamente una quadra con Magistratura indipendente, che di consensi ne ha sette. «Se scorrete l'elenco con gli oltre duecento autoproposte di professori universitari e avvocati qualche profilo interessante c'è», assicura uno degli ufficiali di collegamento che tira le fila tra maggioranza, renziani e toghe. A saltare agli occhi è l'ex senatore renziano Giuseppe Luigi Cucca, sufficientemente garantista e bipartisan da superare le resistenze di Mi rispetto ai nomi circolati in questi giorni. Fdi punta sull'ex senatore Giuseppe Valentino, gli altri nomi sono «coperti» per evitare sorprese. Oltre all'ex senatore M5s Francesco Urraro, la Lega medita di far votare il legale padovano Fabio Pinelli, considerato vicino alla Lega per essere il legale di Regione Veneto, Luca Morisi (spin doctor del Carroccio) e del senatore lumbard Armando Siri ma «sponsorizzato» anche dall'ex presidente della Camera Luciano Violante, oggi presidente di Fondazione Leonardo, nel cui Comitato scientifico c'è proprio Pinelli. Anche Forza Italia potrebbe pescare qualche nome dal cilindro: archiviata l'ipotesi di schierare come vicepresidente di garanzia il senatore Pierantonio Zanettin, si parla di due donne ex parlamentari (una potrebbe essere Cristina Mirella) ma è cresciuta nelle ultime ore l'ipotesi di convergere sul pugliese Luigi Vitali. L'elenco è aperto a nuove candidature dei partiti fino alle 10 di domani mattina.

Solo allora sapremo il vero nome della rosa.

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