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"Domani indicheremo un nome": la mossa del centrodestra per il Quirinale

Il centrodestra ufficializzerà domani il nome su cui ha deciso di puntare per la quinta votazione

"Domani indicheremo un nome": la mossa del centrodestra per il Quirinale

Domani mattina il centrodestra dovrebbe far convergere i suoi voti su uno dei nomi che sono già stati fatti in questi giorni. È questa la scelta scaturita al termine del vertice tra Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e gli altri leader di coalizione.

Il centrodestra ha, dunque, deciso che "nella votazione di domani mattina indicherà uno dei nomi di alto livello proposto nei giorni scorsi, dando mandato a Matteo Salvini - previa ogni opportuna interlocuzione - di definirlo entro il nuovo vertice delle ore 9 di domani", si legge nel comunicato congiunto diffuso al termine della riunione. Questo sarebbe anche "un modo per contarsi", si fa sapere e per interrompere il rito delle schede bianche e delle astensioni così da cercare di arrivare a una soluzione. "Sì, domani votiamo un nome", conferma Luigi Brugnaro di Coraggio Italia. Se prima della riunione sembrava che il centrodestra volesse puntare su Franco Frattini (su cui il Pd in queste ora ha ribadito il suo no), ora, stando a quanto scrive l'Adnkronos, pare intenzionato a votare il presidente del Senato Elisabetta Casellati.

"E' andata bene, io lavorerò anche stanotte come è giusto e doveroso che sia. Domani il centrodestra voterà", ha dichiarato il leader del Carroccio Matteo Salvini, parlando ai microfoni di Skytg24 e anticipando che chiamerà tutti. E ha aggiunto: "Mi hanno dato mandato di esplorare quale dei profili, tutti di alto livello, può raccogliere condivisione da altre parti e, quindi, adesso vado e chiamo. Conto che domani ci possano essere passaggi definitivi e risolutivi". A tal proposito, ha ribadito: "E' mio dovere non mettere veti e parlare con tutti". Salvini ha fatto sapere che sta lavorando ad "ampio raggio" e che "ci sono 'x' ipotesi. Ho una notte per lavorarci". Il leader della Lega si è augurato che "gli altri partiti, Pd o Cinquestelle, non votino scheda bianca o astenuta, prendendosi le responsabilità" anche perché "tra crisi energetica, crisi Ucraina, crisi sanitaria, prima si fa e meglio è. Però - ha aggiunto Salvini - siamo al quarto giorno, si sta scegliendo il presidente della Repubblica, non voglio mediazioni al ribasso". Il leader del Carroccio, infine, si è detto "contento dell'unità del centrodestra, che mi ha dato il mandato" e ha aggiunto: "Se tutti fanno un passettino in avanti e la smettono con i veti, da domani potrete occuparvi di altro e auguri...".

"Domani ci rivedremo per indicare uno dei nomi già proposti due giorni fa alla prima chiama. Sapete che vi è anche l'ipotesi di una seconda chiama nel pomeriggio e quindi vedremo. I nomi sono quelli emersi nella conferenza stampa di due giorni fa", ha dichiarato il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti che, poi, ha aggiunto: "La Casellati? Non era nella terna, ma era preservata dalla terna in quanto seconda carica dello Stato. Potrebbe essere un nome spendibile ed è il nome più prestigioso. Salvini parlerà con la presidentessa Casellati". Per quanto riguarda il no del centrosinistra, Toti ha evidenziato: "E' difficile trovare una convergenza, ma nella seconda chiama vedremo. Non ho sentito nomi nuovi". Poi ha aggiunto: "La Casellati è il nome più prestigioso che ha in campo il centrodestra, dovrà parlarne con il segretario della Lega: ne discuteranno nei termini più opportuni".

I tre leader della coalizione giallorossa, Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza, al termine di un loro vertice, hanno fatto sapere che per domattina alle 8,30 è stata convocata un'altra riunione allargata alle delegazioni dei tre partiti per decidere come comportarsi, se il nome della Casellati sarà confermata. Intanto, il vicesegretario del Pd, Giuseppe Provenzano, citando le parole di Letta, ha ribadito: "Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all'opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un'operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile.

Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto".

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