Donna morta nel rogo di casa: è stato un marocchino a ucciderla

Il giovane l'ha finita sbattendole la testa contro il bidet

Donna morta nel rogo di casa: è stato un marocchino a ucciderla

Tracce di sangue schizzate fin sopra al soffitto. Sono state proprio queste che hanno tradito un ventitreenne di origini marocchine, che ieri è stato fermato a Portogruaro, in provincia di Pordenone, per l'omicidio di Marcella Boraso, la cinquantanovenne trovata senza vita mercoledì mattina all'interno del suo appartamento, dato poi alle fiamme.

Lo straniero ha provato a nascondere con un rogo il brutale omicidio, ma è stato smascherato dai carabinieri della locale stazione. Il delitto è avvenuto al secondo piano del condominio Ater di via Croce Rossa 98, dove la donna viveva da tempo. I vicini di casa hanno notato del fumo che usciva dall'appartamento 9 e hanno immediatamente dato l'allarme ai vigili del fuoco.

Erano da poco passate le 12. Sul posto sono giunti gli investigatori e gli uomini del 118, oltre a due squadre di pompieri, che una volta entrati hanno trovato a terra il cadavere sul pavimento del bagno. Inizialmente hanno creduto si trattasse si un incidente ma gli schizzi di sangue, che arrivavano fino al soffitto, hanno svelato che lo scenario era un altro.

Qualcuno si era introdotto in quella casa e aveva ucciso la poveretta, sbattendole violentemente la testa sul bidet. Le indagini, coordinate dal pm di Pordenone Carmelo Barbaro, hanno portato ieri al fermo di Wail Boulaieb. Il 23enne viveva nello suo stesso complesso, dove aveva abusivamente occupato un alloggio assieme a un'altra persona dello stesso nucleo familiare. Era amico della cinquantanovenne, che aveva incontrato molto tempo fa al Sert. Nelle scorse settimane era stato denunciato anche per ricettazione dalla stessa Ater, perché aveva rubato ai vicini alcune attrezzature, compreso un decespugliatore, che aveva tentato poi di rivendere.

A tradire l'assassino il fatto che, dopo essere stato sentito come persona informata sui fatti, aveva raccontato al fratello del ritrovamento del cadavere, spiegando che secondo lui la Marcella sarebbe andata in bagno e lì sarebbe scivolata, battendo la testa. Ma l'abitazione della vittima era rimasta chiusa dall'esterno e nessuno, se non il killer, poteva avere tutte quelle informazioni.

Vittima e assassino si erano conosciuti al Sert, perché entrambi avevano problemi di dipendenze, e una ventina di giorni fa avevano litigato. Lei era stata sentita anche per la storia del decespugliatore e aveva raccontato ai carabinieri che il marocchino la picchiava e spesso si presentava da lei pretendendo soldi per le sigarette. Aveva anche le sue chiavi di casa.

Mercoledì le ha usate per entrare nell'appartamento e, al culmine di una violenta discussione, ucciderla. Ulteriori risposte potranno arrivare dall'autopsia, che è stata già disposta sul corpo, che presentava un profondo ematoma sulla tempia e su una scheggia di ceramica, che si è staccata dal bidet del bagno.

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