Donnarumma, il portiere bambino che esordisce in Milan-Inter

Il pallone 3.0 è alle porte. È l'ora della generazione smartphone. A guidare lo sbarco Gianluigi Donnarumma, nato nell'ultimo anno del secondo millennio, sedicenne oggi atteso titolare nel derby del Trofeo Berlusconi

Donnarumma, il portiere bambino che esordisce in Milan-Inter

Il pallone 3.0 è alle porte. È l'ora della generazione smartphone. A guidare lo sbarco Gianluigi Donnarumma, nato nell'ultimo anno del secondo millennio, sedicenne oggi atteso titolare nel derby del Trofeo Berlusconi. In una sfida cara al presidente Silvio Berlusconi, che spesso (...)

(...) ha chiesto di lanciare giovani in prima squadra. Un'amichevole di lusso, il derby di Expo, proprio ieri visitato dal Milan al gran completo, e per il baby portiere una sorta di prolungamento dell'estate appena passata in cui aveva già fatto parlare di sé. Prima parando un rigore a Kroos del Real Madrid quindi risultando decisivo nel Trofeo Tim ipnotizzando dagli undici metri Berardi e Acerbi del Sassuolo. E ora torna alla ribalta complice il momento difficile di Diego Lopez, che rimane comunque il titolare.

Il futuro è di Gigio, sempre più vicino. Probabilmente non accadrà domenica ma, se fosse, non sarebbe uno scandalo. Il ragazzo è pronto e per l'esordio in una gara ufficiale non bisognerà aspettare ancora a lungo. Comunque Diego Lopez si è portato avanti parlando così del compagno in tempi non sospetti, un mese fa: «Ha un talento incredibile, è giovanissimo, ma sembra abbia dieci anni di più. Può fare la storia del Milan». Donnarumma quindi non deve avere fretta di «rubargli» il posto anche perché un altro Gianluigi, un certo Buffon, fece il grande salto in Serie A a 17 anni abbondanti come Angelo Peruzzi. E poi la storia recente racconta di Simone Scuffet, nel 2014 con l'Udinese diventato il secondo portiere più giovane di sempre ad esordire nel campionato italiano, salvo poi accusare un passaggio a vuoto. E il recordman Pacchiarotti ha una carriera nelle serie minori.

Portieri ma non solo. Perché i predestinati non perdono tempo. Sedicenni subito da serie A sono stati Francesco Totti e Roberto Mancini, Paolo Maldini e Andrea Pirlo, fino a Stephan El Shaarawy che non è ancora all'altezza degli altri illustri esempi, ma comunque è nel giro della nazionale di Antonio Conte. Senza dimenticare i quindicenni Amedeo Amadei e Gianni Rivera, a conferma che il calcio in qualsiasi epoca non ha mai guardato alla carta d'identità. Ora siamo alle soglie di una rivoluzione anagrafica: ci sono stati gli Ottanta, poi i Novanta, ma è imminente lo sbarco dei 2000. Anche se nella stagione scorsa in serie A i più giovani esordienti sono stati del '97.

Donnarumma «sbaglia» di pochi mesi l'anno, ma appartiene comunque alla generazione smartphone più che a quella che ha sdoganato la playstation. Lo voleva mezza Europa, alla fine ha prolungato con il Milan. In estate ha bruciato le tappe, promosso terzo portiere, dopo che con Filippo Inzaghi era andato in panchina ancora quindicenne con deroga. Giocherà Milan-Inter, lui che era praticamente nerazzurro e fu strappato in extremis dai cugini rossoneri.

Il portiere 3.0, un sedicenne tra i pali, potrebbe far tenerezza, ma non è il caso di Donnarumma dall'alto dei suoi 197 centimetri.

Un predestinato con i piedi per terra, il tam tam mediatico lo vorrebbe titolare con il Sassuolo domenica, ma potrebbe avere un effetto boomerang. Se dovesse andare male si rischierebbe di bruciare il baby fenomeno e tagliare fuori Diego Lopez. Quindi Donnarumma, ma con calma.

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