Non avrai altro Dio al di fuori del Pd. Insomma la libertà dei dem consiste nell'essere liberi di fare quello che dicono loro. La scorsa notte il Consiglio comunale della Città di Verona ha votato, con 21 voti favorevoli e 6 contrari, una mozione per dichiarare Verona «città a favore della vita» e per approvare fondi e iniziative contro l'aborto. Un documento presentato dalla Lega e sottoscritto dal sindaco della città Federico Sboarina che al voto favorevole della capogruppo del Pd, Carla Padovani, ha fatto «sbroccare». Tanto che ora pure gli esponenti locali dem ne hanno chiesto le dimissioni. E così, come se a difendere la vita fosse sacrilegio, la sinistra si è scatenata. Chi ha detto che la Padovani non sarebbe più «degna» di rappresentare il partito. Chi ha definito la posizione della capogruppo inaccettabile, chi addirittura l'ha sfiduciata.
E la sfiducia arriva soprattutto dalle donne dem supportata dai parlamentari veronesi D'Arienzo, Zardini e Rotta. «La Padovani non può più essere la capogruppo del Pd», ha detto il senatore Vincenzo D' Arienzo. «Dovrebbe chiedere scusa incalza il vicepresidente del partito Barbara Pollastrini evidentemente la Padovani non ha la consapevolezza del proprio ruolo di rappresentante del Pd». «Non credo sia una persona che possa stare nel Pd», ha rincarato la dose il deputato Giuditta Pini. «Mozione illiberale misogina e antistorica» per il deputato Diego Zardini, in linea con la deputata Alessia Rotta che a luglio scorso parlava di «pericoloso apripista per considerare la maternità una merce di scambio economico e politico-culturale».
Mah. Intanto gli esponenti locali del centrodestra accusati di far tornare il paese al Medioevo, hanno chiarito che non si mette in discussione la legge 194, ma si offre una possibilità di scelta alle donne. Resta il fatto che il MinCulPop del Pd si è fatto strada. I consiglieri comunali dem di Verona hanno sfiduciato la loro capogruppo.
Secondo Elisa La Paglia, Stefano Vallani, Federico Benini «la consigliera Padovani non è più compatibile con il ruolo di capogruppo, pertanto ne chiediamo le dimissioni». E noi che credevamo che «democratico» stesse anche per democrazia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.