La doppia illusione: un "campo largo" per governare e il quorum l'8 giugno

Opere, porto e nucleare: la coalizione vince a Genova ma è divisa su tutto. Stallo in vista

La doppia illusione: un "campo largo" per governare e il quorum l'8 giugno
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nostro inviato a Genova

Gronda si, Gronda no, Gronda forse. Chi lo sa. Silvia Salis sbaraglia il centrodestra a Genova e il campo largo diventa la formula magica del centrosinistra. Campo allargato, larghissimo, formato extralarge. Tutto e il contrario di tutto: uno schema difficilissimo da applicare in chiave nazionale, se solo si pensa all'eterno duello, come in un racconto di Conrad, fra Elly Schlein e Giuseppe Conte. Ma potrebbe andare anche peggio nel capoluogo ligure. Troppi punti di vista opposti fra i partner della coalizione vittoriosa. Fratture e divisioni. Sì contro no e no contro sì. Per la Gronda, per il porto, per l'agenzia per la sicurezza nucleare. L'elenco è lungo e incrocia le contraddizioni mai risolte a sinistra, dove pure si festeggia alla grande il successo a Genova e a Ravenna. C'è una linea riformista che sposa le grandi opere e pensa siano il sale del cambiamento. Genova, nell'era del duo Toti-Bucci è diventata una selva di gru e cantieri. Ora ci si chiede: cosa succederà? Vincerà la mentalità del sì o prevarrà la cultura del no? Quella della decrescita felice, cara ai 5Stelle che proprio a Genova hanno mosso i primi passi? Insomma, le elezioni sotto la Lanterna diventano fatalmente una vetrina delle vicende nazionali. Il campo largo è una necessità dal punto di vista aritmetico, perché senza alleati di ogni caratura, nanetti e cespugli, il partito di Schlein è condannato ad una lunga stagione fuori dalla stanza dei bottoni. Ora a sinistra si dirà che la campana suona per Palazzo Chigi ed è un preavviso di sfratto. Quasi scontato che l'entusiasmo faccia scomparire gli ostacoli, ma in realtà questa è solo una tappa nella lunga marcia di avvicinamento alle politiche, ancora lontane. E se è spuntata una civica «unitaria» per Genova, pare fantascienza condividere un candidato premier per Chigi. Si vedrà.

Quel che pure è da decodificare è il dato dell'affluenza, da valutare rispetto agli imminenti referendum. Se la coppia Schlein-Conte capitalizzasse e portasse a casa il quorum fra due settimane, quello sì sarebbe un risultato dirompente. Ma i numeri, pur senza controprove, sembrano condannare la spallata promossa dalla Cgil di Maurizio Landini. Alle urne si è superata la soglia psicologica del 50 per cento, certamente una frontiera assai suggestiva, ma di fatto non è cambiato nulla rispetto alla tornata precedente: ha votato il 56,29 per cento degli aventi diritto, contro il 56,32 delle precedenti consultazioni. Tutto uguale, anzi, a voler essere puntigliosi, tre centesimi di punto in meno. Non solo: parliamo di un mini test, su un campione assai modesto di circa 2 milioni di elettori. È facile pensare che al giro di valzer dei ballottaggi, dove ci saranno, gli elettori scenderanno vistosamente. Molti, come da tradizione, non replicheranno il giro alle urne e i moderati, non solo a Genova, rimarranno a casa. Per ottenere il quorum ai referendum, essendo 47,3 milioni gli aventi diritto, ne occorrerebbero 23,6. Difficile. Salis invece dovrà comporre la giunta e i nodi verranno al pettine. L'esempio più clamoroso è quello della Gronda, il nastro d'asfalto che dovrebbe decongestionare Genova dal traffico e di cui si parla da troppi anni. Qualche giorno fa, nel corso di un dibattito con gli imprenditori, Salis è uscita dall'ombra dell'ambiguità: «La Gronda è un progetto che serve alla città». Parole nette che però manderebbero in crisi un'eventuale giunta con tutti gli alleati dentro. E che sembrano fare a pugni con la Salis numero 2, questa volta in versione filo 5 Stelle: «La Gronda, considerando l'aspetto economico e di finanziamento che manca, è un non tema.

Non si può andare avanti a parlare di Gronda, perché manca l'elemento principale per parlare di come si può procedere». Insomma, pollice verso. Torna sempre la stessa domanda. Prima o poi, più prima che poi, la neo sindaca dovrà scegliere.

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