Draghi e le sanzioni: possibili per sempre. Il massimo impatto arriverà dall'estate. E con Salvini è gelo

Putin "non vincerà" e le "sanzioni dureranno per molto tempo", forse anche "per sempre"

Draghi e le sanzioni: possibili per sempre. Il massimo impatto arriverà dall'estate. E con Salvini è gelo

Putin «non vincerà» e le «sanzioni dureranno per molto tempo», forse anche «per sempre». Al termine della due giorni del Consiglio europeo straordinario di Bruxelles che dà il via libera al sesto pacchetto di misure contro Mosca, Mario Draghi fa il punto su quanto deciso dai 27 nella consueta conferenza stampa post vertice. Il premier, però, non parla solo dell'embargo sul petrolio e del price cap o dell'emergenza grano. L'ex numero uno della Bce, infatti, è costretto ad affrontare la crisi tra Mosca e Kiev anche in chiave più strettamente interna, tornando sul delicato caso Salvini. D'altra parte, l'idea del viaggio a Mosca e le indiscrezioni sulla cena con l'ambasciatore russo a Roma una settimana dopo l'invasione dell'Ucraina continuano a far rumore. E dall'Italia sono rimbalzate non solo fino a Bruxelles, ma anche a Rotterdam, dove ieri pomeriggio si è aperto il congresso del Ppe. Draghi, ovviamente, è ben consapevole di quanto il tema sia delicato, sia in chiave esterna che interna. Così, decide di non affondare il colpo ed evita di andare allo scontro aperto con il leader della Lega. E questo nonostante abbia trovato le ultime mosse di Salvini non solo scomposte e inopportune, ma perfino pericolose. Quando in conferenza stampa gli chiedono dell'attivismo dell'ex ministro dell'Interno, però, il premier si limita a una sorta di richiamo alla «trasparenza». E ci tiene a farlo senza mai citare esplicitamente Salvini. «Non voglio entrare nei rapporti che alcune personalità vicine al governo possono avere con altri Paesi, l'importante è che siano trasparenti», dice l'ex banchiere. Che, a scanso di equivoci, ribadisce come l'esecutivo sia «fermamente collocato nell'Unione europea e nel rapporto storico transatlantico». E ancora: «Il governo è allineato con i partner del G7 e dell'Ue e certo non si fa spostare da queste cose». Insomma, il messaggio verso l'esterno è inequivocabile e rassicurante, ma al tempo stesso Draghi evita di mettersi pubblicamente in rotta di collisione con Salvini in un momento in cui una delle priorità resta il via libera alle riforme legate al Pnrr.

Sull'esito del summit di Bruxelles, invece, il premier non nasconde una certa soddisfazione. Toccare il petrolio, d'altra parte, non è stato facile. E alla fine arrivare a un'intesa è stato «un successo». Perché, spiega, fino a qualche giorno fa non era neanche immaginabile. Peraltro, assicura l'ex numero uno della Bce, «l'Italia non esce penalizzata dall'accordo» e «anche per noi l'obbligo di non importare petrolio russo» via mare «scatterà alla fine dell'anno». Anche sul price cap, spiega, «l'Italia è stata accontentata». L'obiettivo principale del governo, infatti, era ottenere un'apertura per iscritto al tetto ai prezzi. E così è stato, al netto del fatto che si tratta comunque di una disponibilità parziale e generica e che la partita si prospetta piuttosto in salita.

Il premier torna poi sul nodo sanzioni. E per la prima volta arriva a ipotizzare che possano essere addirittura permanenti: «Dureranno a lungo, forse per sempre» e il «massimo impatto sull'economia russa lo si avrà da quest'estate in poi». Di certo, «per forza di cosa le linee commerciali verranno cambiate e reindirizzate».

Infine l'emergenza grano. Su cui, dice, «dobbiamo fare presto». «Tra poco - aggiunge - sarà pronto il nuovo raccolto e se i silos non saranno svuotati non si saprà dove mettere il grano». Insomma, quello dell'accessibilità dei porti del Mar Nero sta diventando un gigantesco problema dal punto di vista umanitario. Senza considerare il fatto che «vincere la battaglia della sicurezza alimentare» per l'Africa «è importante anche dal punto di vista strategico», dato che «molti Paesi africani non sono dalla nostra parte».

La speranza, aggiunge Draghi, è che la collaborazione in corso con l'Onu possa a breve portare dei risultati, visto che si stanno sondando anche i possibili trasporti alternativi via terra, con transiti ferroviari attraverso Romania e Polonia.

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