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Draghi prova a sminare lo scontro sul catasto. Fi verso l'astensione

Il premier rassicura: "Niente tasse sulla casa". Confedilizia: ora un compromesso più equo

Draghi prova a sminare lo scontro sul catasto. Fi verso l'astensione

Il voto della Commissione finanze di Montecitorio, convocata inizialmente in tarda mattinata per votare un emendamento soppressivo dell'articolo dedicato al catasto nella proposta di legge delega sulla riordino del Fisco, slitta in serata. L'appuntamento in Commissione è fissato stasera per le 20 quando si metterà ai voti una proposta simile a quella che ha rischiato di far cadere il governo la settimana scorsa. E che questa volta porta la firma del gruppo di Alternativa c'è (fuorusciti del Movimento Cinquestelle).

Il centrodestra di governo resta scettico sul provvedimento. «Abbiamo già espresso il nostro parere», spiegano a Forza Italia aggiungendo che una decisione non è stata ancora presa anche se è probabile l'astensione. Soprattutto si vuole leggere come una sorta di ancora di salvataggio il fatto che ancor ieri il premier Draghi ribadiva seccamente che «nessuno pagherà più tasse» sulla casa.

Fino all'ultimo, fanno sapere fonti parlamentari azzurre, si tenterà una mediazione, come già fatto senza buon esito la settimana scorsa. Resta infatti lo sconcerto per la netta posizione del governo di voler inserire il riordino del catasto in un provvedimento legislativo («quando basterebbe un semplice atto amministrativo», continua a ribadire il capogruppo azzurro Paolo Barelli). «Il tema non è determinante - commenta Antonio Martino, capogruppo di Forza Italia in Commissione -. L'emendamento lascia il tempo che trova. Politicamente su questo ci siamo già espressi. La questione, poi, così come posta da Alternativa è lontano anni luce da noi».

Dalle parti del Carroccio lo sconcerto è altrettanto palpabile. «Siamo in un governo di unità nazionale - commenta il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo -, ci siamo con responsabilità. Ciò significa che su tutti i temi si deve trovare un compromesso». E infatti Lega e Forza Italia provano almeno a trovare altri punti di caduta, rimettendo sul tavolo del confronto la presidenza di alcune commissioni parlamentari e, a proposito della legge delega fiscale ora in discussione, la flat tax, la soppressione dell'Irap e la revisione dell'Irpef.

Dall'opposizione resta ferma la posizione di Fratelli d'Italia. Marco Osnato, capogruppo in Commissione, si appella a tutti i colleghi di centrodestra invitandoli a votare l'emendamento soppressivo, mentre Giorgia Meloni torna a parlare di «ennesima stangata ai danni degli italiani», se passasse la revisione degli estimi catastali così come presentata dal governo.

E che sia divisivo anche nel mondo delle categorie è palese dallo scontro tra Confindustria (che difende apertamente il testo della Legge delega) e Confedilizia che su questo stesso testo vede la trappola di una possibile patrimoniale. «Il catasto viene interpretato come una macchina per fare cassa» ripete Corrado Sforza Fogliani di Confedilizia, che vede nell'emendamento 23 dell'articolo sei «un compromesso tra il testo attuale, di cui verrebbe eliminata la parte con cui si intende trasformare il catasto da reddituale in patrimoniale, e la soppressione totale dell'articolo».

«La norma non può che procurare ai piccoli proprietari legittimi timori - gli fa eco Giovanni Bardanzellu, presidente di Federprorietà -, perché vedrebbe triplicare il peso fiscale sugli immobili.

Per non parlare delle conseguenze devastanti sull'Isee di chi paga i servizi essenziali sulla base di quel riferimento reddituale».

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