Un faccia a faccia con il premier polacco Mateusz Morawiecki, una telefonata con il neo cancelliere tedesco Olaf Scholz e l'intervento al Summit per la democrazia promosso dagli Stati Uniti. È una giornata piena quella di Mario Draghi, che inizia un po' in sordina con l'incontro a metà mattina con il presidente del Consiglio della Polonia. Che viene sì ricevuto nel cortile di Palazzo Chigi con tutti gli onori che il protocollo prevede per un capo di Stato estero, ma con il quale il premier evita di presentarsi insieme davanti alle telecamere. Tanto che concluso il faccia a faccia, il leader sovranista polacco - noto per le sue posizioni fortemente euroscettiche e decisamente critiche verso l'Ue - si ritrova nel bel mezzo di piazza Colonna, davanti all'ingresso di Palazzo Chigi, a rilasciare in solitaria dichiarazioni ai pochi giornalisti polacchi presenti. Un incontro che i due protagonisti definiscono «cordiale» e nel quale si affronta lo spinoso tema della crisi dei migranti al confine tra Polonia e Bielorussa e la situazione in Ucraina orientale.
Politicamente più importante, però, è il colloquio telefonico con il nuovo Cancelliere della Germania, l'uomo del dopo Merkel. Gli equilibri tra Roma e Berlino, infatti, potrebbero andare incontro ad un tagliando, non fosse altro che per il fatto che in questo ultimo anno il rapporto privilegiato tra Draghi e Angela Merkel ha sopito molti degli storici motivi di tensione tra i due Paesi. Scholz, d'altra parte, quando è stato ministro delle Finanze non ha mai fatto mistero della sua linea rigorista, anche usando toni particolarmente critici verso l'Italia («deve risolvere da sé i suoi problemi e non fare affidamento sull'Europa», disse nel 2018). E oggi che è Cancelliere ha scelto come suo successore alle Finanze il liberale Christian Linder, considerato il depositario dell'ortodossia rigorista tedesca, noto per aver ripetutamente citato il nostro Paese come modello economico negativo da non seguire. D'altra parte, è solo di qualche giorno fa l'allerta dell'Eurogruppo, che è tornato ad attenzionare l'aumento della spesa corrente nei Paesi con un alto livello di debito, Italia in testa. I temi sul tavolo, insomma, sono spinosi, anche tenendo conto di uno scenario internazionale che nei mesi a venire rischia di essere pesantemente condizionato dall'aumento del prezzo delle materie prime. Saranno, dunque, soprattutto le questioni economiche il centro di un incontro bilaterale che Draghi e Scholz hanno deciso di mettere in agenda già «nei prossimi giorni».
Prima del Consiglio dei ministri su alcune misure fiscali, Draghi è anche intervenuto al Summit per la democrazia promosso dagli Usa. «Con il Recovery - ha detto - abbiamo scelto di agire uniti e dividere collettivamente il costo della ripresa. Ma abbiamo anche trasformato la pandemia in una opportunità per superare iniquità di lungo periodo e promuovere sostenibilità e innovazione». Insomma, «abbiamo scommesso sulle generazioni future».
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