Drogata e stuprata nell'attico. Arrestato il re delle startup

La 18enne era stata segregata. Alberto Genovese voleva fuggire con un jet: "Sono tossicodipendente, aiutatemi"

Drogata e stuprata nell'attico. Arrestato il re delle startup

Le immagini riprese il 12 ottobre dalle telecamere di videosorveglianza interne all'attico che il suo proprietario, il 46enne Alberto Maria Genovese, aveva chiamato «Terrazza Sentimento», mostrerebbero particolari inquietanti ma anche molto eloquenti. «Una vera schifezza» dice senza mezzi termini un investigatore della squadra mobile.

Si vede infatti una ragazza che, dopo aver assunto cocaina (la prima volta volontariamente) viene quindi invitata dal padrone di casa a sniffare altra polvere bianca. La giovane, una diciottenne, immagina sia altra cocaina e la prende, ma comincia subito a sentirsi male. Si tratta infatti di ketamina, uno stupefacente pericolosissimo che porta a una dissociazione tra mente e corpo. E mentre la ragazza comincia a perdere i sensi, Genovese le infila la droga anche nel naso, quindi gliela mette sulle parti intime. Al punto che la poveretta sviene. E, resa inerme, in seguito viene più volte violentata dall'uomo, anche questo tutto registrato dalle telecamere.

Chi conosce Genovese sostiene avesse acquistato altri due appartamenti proprio di fronte al suo centralissimo attico con piscina e parquet - la Terrazza «Sentimento» appunto, come recitano le scritte al neon sparse un po' ovunque - allo scopo di unirli con una sorta di ponte e farne un'unica grande magione dove organizzare feste esclusive con non più di una cinquantina di persone. E dove pare tutto fosse curato nel dettaglio, anche il finger food, preparato da chef di fama. Una splendida casa sui tetti del cuore di Milano, in piazza Santa Maria Beltrade, a ridosso di via Torino, dove il Duomo è tanto vicino che sembra di poterlo sfiorare. Gli eventi erano pubblicizzati anche attraverso un profilo social. E durante le feste, voilà, spiega la polizia, all'improvviso apparivano piatti pieni di cocaina e chi voleva poteva servirsi senza problemi. «Chi andava lì sapeva benissimo che avrebbe trovato anche la droga e che poteva disporne a proprio piacimento».

È proprio in una di queste due abitazioni, per così dire alternative alla «Terrazza», che gli investigatori della squadra mobile guidati dal dirigente Marco Calì, hanno arrestato Genovese sabato sera. L'uomo stava dormendo. Prima di seguire i poliziotti in questura e mentre gli venivano sequestrate le sue abitazioni, Genovese ha chiamato il suo legale, Daniele Alberto Ferrari. A inchiodare il 46enne adesso sono accuse pesantissime: violenza sessuale, spaccio di droga e sequestro di persona. Dopo quella nottata da incubo infatti la diciottenne lo ha denunciato alla polizia che subito ha iniziato a indagare. E secondo le intercettazioni acquisite dagli investigatori Genovese era pronto a fuggire a bordo del suo jet privato in Sudamerica.

Intanto un'altra presunta vittima, saputo che una ragazza aveva denunciato lo stupro da parte di Genovese, si è presentata spontaneamente alla polizia, facendo un racconto analogo a quello della 18enne.

Dopo l'arresto l'imprenditore ha spiegato al gip Tommaso Perna di essere dipendente dalla cocaina da quattro anni.

«Non riesco a disintossicarmi, quando sono sotto gli effetti della droga non capisco più niente». Un testimone però ha spiegato agli investigatori che il 46enne aveva dato disposizione ai suoi collaboratori di cancellare proprio i video della notte del 12 ottobre.

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