
Sviluppo contro assistenzialismo, merito contro elemosine di Stato e mito del posto fisso. Ai microfoni del Confronto su SkyTg24 si sono plasticamente viste le due Calabrie alternative del governatore uscente di Forza Italia Roberto Occhiuto e del principale sfidante grillino Pasquale Tridico, con il terzo incomodo Francesco Toscano (Democrazia sovrana e popolare). Alla vigilia del voto di dopodomani e lunedì, il presidente dimissionario per un'inchiesta già nel dimenticatoio, rivendica i meriti di fronte a promesse immaginifiche.
"Il Ponte sullo Stretto non è la priorità, non lo vuole nessuno. Al di là dei problemi ambientali e sismici, Salvini vorrebbe farlo pagare con i soldi dei calabresi", tuona Tridico, secondo cui "in una Regione senza Alta velocità, ponti e strade, con paesi isolati dalla Sila alla costa ionica bisognerebbe federare il Mezzogiorno e collegare Bari e Napoli con Reggio Calabria". Scenari a cui Occhiuto replica con "i 6-7 miliardi per le infrastrutture" fuori dal Pnrr e un Ponte "utilizzato come attrattore", mentre sulle tratte Crotone-Catanzaro e Sibari-Corigliano della Ss106 "sono arrivati 3,8 miliardi", altri 900 milioni "sono per l'A2 tra Cosenza e Altilia", con "la dorsale jonica fra Sibari e Catanzaro elettrificata".
La drammatica emergenza lavoro preoccupa Tridico ("scappa il 65% dei laureati") che sogna un "reddito di dignità da 500 euro al mese agli over50 occupabili" e "quattro poli tecnologici e formativi con un grande piano di reclutamento pubblico da 10mila posti contro sfruttamento e lavoro nero", con 3mila under 40 per "valorizzare musei e biblioteche" e 7mila addetti per difendere boschi e foreste da incendi e dissesto idrogeologico". Il Foglio lo sfotte, paragonandolo a Cetto La Qualunque, "7mila forestali sono promesse da marinaio di chi sa che non vincerà", replica Occhiuto, che rilancia con "il reddito mensile di merito da 500 euro per gli universitari in Calabria con la media del 27" e sottolinea "il record storico di turisti": "Senza bacchetta magica ho risolto più problemi io che negli ultimi 40 anni, con riforme mai viste".
Ma è sulla sanità pubblica che si consuma lo scontro. "È il grande fallimento di Occhiuto - sibila Tridico - si aspetta un anno per una visita e sono stati chiusi 18 ospedali. I soldi dei calabresi verso le regioni leghiste del Nord sono aumentati di 63 milioni, serve una guardia medica in ogni paese e almeno 3mila tra medici e infermieri". "Tridico addebita ai miei quattro anni di governo ritardi di decenni e cita Praia e Cariati come ospedali chiusi ma sono strutture che ho riaperto io, assumendo 5mila persone oltre a 400 medici cubani", risponde Occhiuto in diretta. In mattinata ad Avvenire l'esponente di Forza Italia aveva accusato la sinistra di sciacallaggio: "Vanno negli ospedali e speculano sulla sofferenza di chi è ricoverato". Poi la promessa: "Presto usciremo dal commissariamento. Prima di me non si sapeva neppure il debito", affidato a una sorta "di contabilità orale", con la Guardia di Finanza "l'abbiamo ricostruito a 800 milioni, metà già pagati. Cosa che i commissari nominati anche dai grillini non avevano fatto".
Tridico sta con la Flotilla ("solidarietà e preoccupazione, Israele vergognosa sul genocidio in corso"), difende il modello Lucano contro lo spopolamento e vuole riconoscere lo Stato di Palestina "come dovere morale e segnale politico" mentre il centrodestra "non ha portato neanche un fiore a Cutro dove sono morte 94 persone". "Disonesto rubare voti spostando l'attenzione su Gaza - lo punzecchia Occhiuto - col bando Ance abbiamo fatto lavorare i migranti nell'edilizia".
Altre schermaglie sul fine vita, con Tridico che guarda al "modello Toscana", sull'Autonomia che "preoccupa perché allarga il divario Nord-Sud" e sulla giustizia: "Fossi rinviato a giudizio mi dimetterei, Occhiuto ricandidandosi ha dato uno schiaffo alla magistratura", è l'affondo.
"Il fine vita è materia del Parlamento", replica Occhiuto, che rivendica il suo "No" sull'Autonomia ("Ho portato io Forza Italia a frenare fino alla definizione dei Lep") e respinge le illazioni su un altro presunto avviso di garanzia: "Il garantismo di circostanza lascia il posto alle pulsioni giustizialiste, mi sono dimesso per evitare di "bloccare l'amministrazione che oggi trotta più di prima perché sanno che dal 7 ottobre sono di nuovo presidente".