Francesco De Remigis
Dalla tragedia del 14 luglio in Promenade des Anglais è la prima volta che si parla di un nuovo attentato sventato a Nizza. Stavolta protagoniste due giovanissime liceali di 17 e 19 anni, indottrinate nuovamente dall'eminenza grigia del jihad fai-da-te: l'attivissimo Rachid Kassim, francese di Rouen diventato il reclutatore più attivo di terroristi europei. L'uomo, che da una zona di confine tra la Siria e l'Iraq aveva già ispirato, se non pilotato, gli attacchi di Magnanville in cui fu uccisa una coppia di poliziotti il 13 giugno, e quello degli islamisti che hanno sgozzato padre Hamel nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray lo scorso 26 luglio, avrebbe fatto breccia nella psiche di due ragazze incitandole «a commettere un attacco contro obiettivi specifici per vendicare la recente morte del portavoce dello Stato islamico», Abu Muhammad al-Adnani. Il fermo delle due adolescenti, avvenuto in due tempi a metà settembre, ha evitato che a Nizza si realizzasse un altro attacco.
Solo ieri le autorità hanno fatto filtrare la notizia alla stampa francese. Le Parisien cita i dettagli dei primi interrogatori. Dapprima in detenzione provvisoria, le due hanno negato qualunque intento terrorista. Invece erano pronte a passare all'azione sotto l'influenza di Kassim.
È emerso che una delle ragazze era nota ai Servizi dal novembre 2014, sotto inchiesta per associazione a delinquere collegata a organizzazione terroristica. Aveva connessioni con la rete nizzarda di reclutamento di foreign fighters smantellata di recente, che faceva capo al reclutatore francese Omar Diaby. Doveva partire per il territori dello Stato islamico ancora minorenne, ma le indagini la misero sotto controllo e del viaggio non se ne fece più nulla. Dopo questo primo fiasco, la giovane che Le Parisien chiama Soraya con un nome di fantasia si sarebbe concentrata sulle chat; per non perdere contatti con la galassia jihadista e passando da una rete fisica allo schermo di un computer. Sarebbe stata la più giovane, una convertita francese chiamata per convenzione Eve, ad aver indirizzato successivamente la conoscente verso Telegram e le chat di Kassim.
Solo dopo diversi giorni in carcere hanno ammesso di stare per passare all'azione. Lunghi interrogatori, falsità iniziali e perfino un'espressione di disgusto per l'attentato di Nizza dello scorso 14 luglio espressa dalla più piccola al momento dell'arresto. In un primo momento «Eve» raccontava infatti lo «choc» per le 86 persone uccise dall'attentatore di Nizza. Piangeva le vittime del 14 luglio quando gli agenti della Direzione generale della sicurezza interna (Dgsi) l'hanno prelevata nel suo appartamento. Poi avrebbe ammesso che, entrambe ispirate da Kassim, avevano un piano per un attacco a Nizza.
D'altronde il ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve ripete da settimane che i jihadisti si concentrano sempre più sui giovanissimi. Più facili da manipolare. Ma anche più accorti nell'uso delle tecnologie. «Eve», la diciassettenne residente a Nizza, era infatti sconosciuta ai Servizi di sicurezza nonostante l'attivismo online ed è stata fermata in un secondo momento. Nessun arma è stata trovata nei loro appartamenti. «Eve» ha confessato di avercela a morte con i militari. Ha parlato di «odio», scrive Le Parisien citando fonti dell'inchiesta aperta il 9 settembre dalla sezione antiterrorismo della procura di Parigi e la cui accusa, dopo la confessione di entrambe, è stata formalizzata il 17.
«Hanno ammesso di aver programmato un attentato sotto l'influenza di
Rachid Kassim, prima di rinunciare», spiega una fonte dell'inchiesta. La stessa influenza avuta per l'attentato sventato a inizio settembre, quando un commando di tre donne avrebbe dovuto agire a Parigi. In nome dell'Isis.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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