
Prima che scoppiasse il terremoto sul sistema dell'urbanistica, con perquisizioni negli uffici comunali e la richiesta di arresto per l'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, i timori del sindaco Beppe Sala e della giunta ieri erano concentrati sul Tar di Milano. In mattinata era atteso, ed è arrivato, il parere sulla richiesta di sospensiva presentata dal "Comitato Sì Meazza" contro la vendita dell'impianto storico e delle aree intorno a Milan e Inter per dare vita al progetto del nuovo stadio. Semaforo verde invece. Il fronte del no sosteneva che il vincolo dei settant'anni sul secondo anello fosse già in vigore, secondo i pareri del Comune e del Ministero della Cultura scatterà solo dal 10 novembre perchè fa fede la data di collaudo del 1955. Il Tar entrerà nel merito più avanti ma intanto ha respinto la richiesta di sospensiva e il parere dei giudici può indurre - almeno su questo fronte - ad un ragionevole ottimismo. "Ci sono seri dubbi sulla ammissibilità dei ricorsi" si legge. Restano aperti i fascicoli della Corte dei Conti e in Procura. E la nuova bomba agita il Consiglio comunale e la giunta. Nelle prossime ore dovrebbe chiudersi la trattativa sulla vendita con i club, il sindaco - fino ai giorni scorsi - voleva portare la delibera sull'interesse pubblico in giunta lunedì prossimo, poi un paio di Commissioni e subito in aula per un voto già molto a rischio entro il 31 luglio. I Verdi sono contrari, il Pd lunedì scorso ha sollevato obiezioni e frenato sui tempi, tanto che Sala ha lasciato l'incontro di maggioranza sbattendo la porta. Ora tra i corridoi di Palazzo Marino i più pessimisti scommettono che si bloccherà tutto per l'ennesima volta negli ultimi sette anni. C'è chi ricorda che alla vigilia del voto sul "Salva Milano" a Roma scattò il primo arresto in Comune legato alle inchieste sull'edilizia, l'ex dirigente all'Urbanistica Giovanni Oggioni. Il ddl finì su un binario morto. La mossa della Procura ieri, a ridosso della chiusura dell'affaire San Siro, ha fatto suonare il campanello d'allarme. Decisive le prossime ore.
Ed è vero che la deliberà sarebbe firmata da tre assessori, Martina Riva allo Sport e Emmanuel Conte al Bilancio e non solo da Tancredi (che per ora non si dimette), ma sarebbe un altro cattivo segnale. A dirigere le trattative coi club è anche il dg del Comune Christian Malangone, fedelissimo di Sala dai tempi di Expo.