«Janet, fatti più in là». Al Donald Trump in versione ecumenica, quello del tutti uniti sotto la bandiera dell'Unione, non va dato eccessivo credito. Con la Federal Reserve, per esempio, il magnate repubblicano potrebbe presto regolare i conti. E a farne le spese sarebbe soprattutto la presidente Yellen, non solo colpevole di un endorsement neppure troppo mascherato nei confronti di Hillary Clinton, ma agli occhi del futuro inquilino della Casa Bianca rea di aver mantenuto artificiosamente bassi i tassi con il solo scopo di aiutare Barack Obama nell'opera di rilancio economico. In più di un'occasione e con l'abituale ruvidezza, Trump non ha mai nascosto l'intenzione di far fuori la donna che ha preso il posto di Ben Bernanke a Eccles Building.
Cacciare la Yellen non è però facile. Non lo è da un punto di vista diplomatico e politico perché creerebbe subito una frattura poco sanabile con quei democratici con cui ha detto di voler dialogare; non è lo storicamente, perché a memoria non si ricorda di un capo dei governatori della Fed mandato a casa prima della scadenza del mandato; semmai, si tende a mantenere lo status quo il più a lungo possibile come insegna la storia quasi ventennale di Alan Greenspan alla guida della Fed. Ma, soprattutto, una sostituzione anticipata sarebbe delicata sotto il profilo economico. Davvero Trump vuole tassi più alti? È consapevole delle ripercussioni che sarebbero causate da una politica monetaria restrittiva? La difficoltà che la banca centrale Usa sta incontrando da mesi nel dare al costo del denaro un piccolo giro di vite dopo quell'unico deciso nel dicembre scorso consigliano prudenza nel cambiare la rotta della politica monetaria.
Trump potrebbe così scegliere un approccio più morbido, limitandosi a procedere con un rimpasto del board della Fed, nel quale due posti sono vacanti e, dei sette membri che ora lo compongono, uno, Daniel Tarallo, è in scadenza e dovrà essere sostituito con l'uscita di scena
dell'amministrazione Obama. Non è però da escludere un'altra opzione: che sia la Yellen a dimettersi se le due Camere, ora controllate dal Grand Old Party, decideranno di esercitare un maggior controllo sull'operato della Fed.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.