E arriva un film su Hollywood come Babilonia

E arriva un film su Hollywood come Babilonia

da Roma

Hollywood Babilonia è sulla bocca di tutti, adesso: i casi Weinstein e Spacey stanno occupando le cronache, con i loro dettagli su stupri, violenze e palpeggiamenti tra celebrità. Così il docufilm del regista, giornalista e scrittore losangelino Matt Tyrnauer, Scotty and the Secret History of Hollywood, anche autore di Valentino. L'ultimo imperatore, ieri è planato sulla Festa del cinema con straordinario tempismo. Che ci fosse una storia ufficiale della fabbrica dei sogni, infiocchettata da dei della virilità, lesti al bacio romantico, mentre tutta un'altra storia, nera e dura, priva di orpelli, scorre parallela all'Età d'Oro del cinema, si sapeva. Ma la vicenda di Scotty Bowers, ex-marine belloccio addetto alla pompa di benzina, barman, traslocatore, muratore e marchettaro tra le due sponde, è talmente esemplare di quella Babilonia che è Hollywood, da meritare un cineracconto a parte. Per decadi, Scotty ha organizzato incontri a luci rosse: star come Cary Grant, Spencer Tracy, Katherine Hepburn e Rock Hudson affidavano a lui la materializzazione delle proprie fantasie sessuali gay. Con buona pace di chi ha sempre visto, nella coppia Tracy-Hepburn, l'incarnazione della nobiltà amorosa, con lui che non divorziava dalla moglie perché malata e lei che lo amava, ancorché sposatissimo. Come ha dichiarato apertamente lo scrittore Gore Vidal, che conobbe il lenone dopo la Seconda Guerra Modiale, «Scotty era il mio pappone». Un business sessuale, il suo, che si pasceva dell'estrema libertà circolante nella colonia cinematografica di Los Angeles, mentre, nella seconda metà del ventesimo secolo, cambiavano i costumi della società americana. Orge e controinformazione, insomma, tra insaziabili appetiti di Lana Turner e Ava Gardner. Qui siamo dalle parti dell'attualità LGBT, dove tutti possono accoppiarsi con tutti per 20 dollari, la paga di Scotty per arrangiare incontri ravvicinati d'ogni tipo.

Prima di pubblicare le sue memorie, nel 2012, Scotty Bowers aveva una buona reputazione come procuratore di godimenti tra celebrità dei Quaranta e Cinquanta, ma attualmente il 94enne è un'icona del movimento gay: emerge uno scenario preciso, con star del passato pubblicamente eterosessuali, ma privatamente omo o bisessuali.

E, proprio come nel caso di Kevin Spacey, anche Bowers è stato un bambino abusato. «Scotty presenta una contro-narrazione del mito di Hollywood, così com'è stato tramandato dopo la guerra, quando gli studi puntavano su un'immagine perfettina dell'America», ha detto Tyrnauer.

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