E Berlusconi avverte Matteo: vuole fare da solo? Si accomodi

Il Cavaliere, preoccupato per il Paese, è pronto a dare una mano ma respinge l'ipotesi di entrare in maggioranza. Lo stupore per la freddezza del Colle e di Palazzo Chigi

E Berlusconi avverte Matteo: vuole fare da solo? Si accomodi

Tre ore di faccia a faccia mercoledì sera con Galliani, Inzaghi e Confalonieri per ragionare sul futuro del Milan e ieri il consueto giro di telefonate per capire come tira il vento in questo Ferragosto che per molti versi ricorda l'estate di tre anni fa, quella dello spread alle stelle che poi sfociò nella caduta dell'ultimo governo Berlusconi.

L'ex premier è convinto che le similitudini con il 2011 siano moltissime, forse troppe. Che sia in atto anche oggi lo stesso tipo di operazione che lo costrinse a lasciare Palazzo Chigi, orchestrata - come allora - dai poteri forti e dall' establishment di Bruxelles e Strasburgo. È questa la ragione per cui il leader di Forza Italia va da giorni ripetendo di essere «disponibile» a dare un sostegno al governo sui temi economici, di essere «pronto a collaborare» perché - questo il suo ragionamento - «non farò come il Pd che pur di farmi fuori cavalcò la crisi e lo spread rischiando di affossare l'Italia». Al netto del fatto che resta categoricamente esclusa l'idea di entrare in maggioranza, con buona pace di chi in Forza Italia già si immagina ministro, viceministro o sottosegretario. Anche fosse Matteo Renzi a chiederglielo esplicitamente (circostanza piuttosto improbabile), l'ex premier non avrebbe nessun interesse ad assumersi direttamente la responsabilità di una situazione economica che resta critica solo per dare qualche poltrona che non farebbe altro che scatenare tensioni e invidie dentro Forza Italia.

Ecco perché Berlusconi pare non si sia troppo curato di quei resoconti dei giornali che hanno raccontato un Giorgio Napolitano e un Renzi molto freddi su un eventuale soccorso azzurro sull'economia. La situazione è critica al punto che in autunno si rischia una manovra aggiuntiva, ma - è il ragionamento dell'ex presidente del Consiglio - se Renzi pensa di farcela da solo si accomodi pure. Insomma, il fatto che Forza Italia abbia un approccio responsabile non significa certo che voglia imporre le proprie ricette: siamo convinti che l'Italia abbia bisogno di meno tasse, più tagli alla spesa e maggiore flessibilità, ma Renzi resta il premier e noi restiamo opposizione.

Anche se Berlusconi inizia a nutrire qualche perplessità sull'attivismo del premier, tra incontri segreti (prima Mario Draghi e poi Napolitano) e tour per l'Italia (ieri Calabria e Sicilia). Il timore, infatti, è che Renzi si prepari o a respingere un eventuale affondo agostano dell'Ue oppure che stia già lavorando all'eventualità di una campagna elettorale anticipata. Di certo, la situazione secondo l'ex premier è tutt'altro che rassicurante.

Intanto, dalle colonne del Mattinale , Renato Brunetta picchia duro sia su Napolitano che su Renzi. «Anime bellocce nella frescura», le definisce la nota politica del gruppo di Forza Italia alla Camera. Che è molto critica verso le conclusioni di un vertice incentrato su conti pubblici, riforme economiche e prospettive di governo. «No alla maggioranza organica con Forza Italia? Nulla quaestio : noi all'opposizione ci stiamo volentieri. Ma questo no del duo di Castelporziano - si legge sul Mattinale - ha un altro suono. Diventa un no pregiudiziale a discutere le nostre proposte intorno a un tavolo salutare (di salute pubblica) per risolvere i nostri guai». Secondo Il Mattinale , insomma, le conclusioni del vertice appaiono come «una specie di scomunica morale, sulla base di uno steccato tirato su artificialmente, e persino incostituzionale». E ancora: «Quello di Castelporziano è un discorso da anime belle, anzi bellocce, forse un tantino ipocrite».

E, dunque, se Renzi dirà no ad eventuali collaborazioni vorrà dire che «sarà sgambettato dalla realtà e ci pesterà il muso» cosicché «si vince facile alle prossime elezioni». Anche se - conclude Il Mattinale - «non va bene vincere così», vorremmo «vincere salvando l'Italia il prima possibile, con chi ci sta». Che «fa rima con responsabilità».

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