E Bocchino chiese aiuto a Fini per arrivare al «camerata» Cantone

L'ex parlamentare chiamò l'ex leader Fli quando seppe che lo sceriffo anticorruzione in gioventù aveva simpatie di destra

E Bocchino chiese aiuto a Fini per arrivare al «camerata» Cantone

Roma - Accerchiare Raffaele Cantone, magari utilizzando anche Gianfranco Fini, insospettabile (ex) idolo del presidente Anac. Tra gli obiettivi del Gruppo Romeo c'era anche quello di entrare nelle grazie del capo dell'Anticorruzione, e a lanciare i primi ganci è proprio il «capo», Alfredo Romeo. A settembre del 2015 va a trovare il numero uno dell'Anac per invitarlo a un convegno del Cresme in programma a Roma due mesi dopo, convegno al quale, poi, partecipano entrambi.

Oltre agli ovvi motivi per i quali l'imprenditore era interessato a coltivare questa relazione, c'era anche il parere che l'Anac avrebbe dovuto dare sulla revoca della gara Consip assegnata alla coop modenese Cpl Concordia che, per i suoi guai giudiziari, era uscita dalla white list degli appalti. Ma l'Anac, dopo aver «caldeggiato» la revoca in un parere, accolto con gioia da Romeo, non provvede a cancellare l'aggiudicazione di quell'appalto. Così nel tessere la rete per agganciare Cantone prosegue il «superconsulente» di Romeo, l'ex parlamentare di An, Pdl e Fli Italo Bocchino, ora indagato per traffico di influenze. Che, tra l'altro, nell'estate 2016 viene intercettato mentre spiega che a firmare un ricorso amministrativo per conto della Romeo era stato l'avvocato Bruno Cantone, fratello di Raffaele, anche se «la regia» del ricorso era in realtà attribuibile a un altro legale.

Ma Bocchino non lascia nulla d'intentato. E quando a inizio gennaio 2016 Il Foglio pubblica un'intervista a Cantone nella quale il capo dell'Anac rivela di aver avuto simpatie destrorse, arrivando da ragazzo a «marinare la scuola» per andare a un comizio dell'allora presidente del Fronte della Gioventù Gianfranco Fini, Italo coglie l'occasione. E nel primissimo pomeriggio del 4 gennaio chiama il suo vecchio leader. «Come stai?», esordisce, e l'ex terza carica dello Stato replica: «Tutto bene, tu?». Bocchino a quel punto non si perde in chiacchiere. «T'avevo chiamato... ma una telefonata a Cantone l'hai fatta?». «Sì, sì, l'ho fatta - replica Fini - e lui m'ha detto: ah, ah, ti prego non strum... non esagerare». Bocchino si compiace del gesto «di carineria, di ringraziamento» fatto dal compagno di Elisabetta Tulliani, ma Fini non sembra troppo entusiasta del nuovo «fan» Cantone. Ricordando con Bocchino l'ultima volta che l'ha incontrato: «L'avevo visto, tra l'altro, quando è stato? Un mese fa... a quel convegno fatto a Roma (forse proprio quello del Cresme, ndr)... c'era D'Alema, anche...». E Cantone, quella volta, non era stato tanto affabile con Fini. «Era stato anche molto freddo... nel senso che era arrivato, aveva detto quattro cazzate e poi se n'era andato». Bocchino accenna a «una cortesia personale» che Cantone gli avrebbe chiesto in passato, criticando poi l'aria da «riserva istituzionale» assunta dal numero uno Anac negli ultimi tempi. Fini concorda: «Sì sì, perfetto... esatto», poi confida all'amico che, secondo lui, Cantone s'è pentito di aver fatto outing da camerata giovanile.

«A me aveva dato nettamente l'impressione di essersi pentito di quello che aveva detto», sospira Fini, per poi chiudere amaramente: «Anzi, non mi meraviglierei se fra qualche tempo dicesse pubblicamente che s'era sbagliato».MMO

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