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E Bruxelles studia come uniformare l'Iva

Gli esperti: "Sarà tecnologia blockchain". Ma l'Italia punta sul cloud

E Bruxelles studia come uniformare l'Iva

L'Europa ha un'idea meravigliosa: uniformare le procedure di adempimento fiscale delle aziende che operano a livello transfrontaliero tra i Paesi dell'Unione. Soprattutto per ridurre l'evasione dell'Iva, che secondo un recente rapporto della Commissione europea ammonterebbe a 134 miliardi di euro. La mancanza di regole fiscali uniformi è un problema non da poco per le aziende italiane che operano all'estero, costrette a diversi obblighi dichiarativi, sistemi informatici e autorità fiscali che cambiano di volta in volta. Un pasticcio.

Ma secondo i verbali fino ad ora inediti del gruppo di lavoro dell'Ue The Future of Vat (il Futuro dell'Iva), scovati dal centro studi Fiscal Focus che il Giornale ha potuto consultare, le cose stanno per cambiare. Lo scorso 6 dicembre gli esperti della Commissione europea si sono radunati per discutere la questione, arrivando a ipotizzare «l'armonizzazione delle procedure di dichiarazione digitale delle transazioni avvenute» tra Paesi membri e soprattutto «l'uso della tecnologia blockchain per la registrazione di transazioni tra i contribuenti». Sul tema il Giornale ha sentito Massimo Chiriatti, uno dei massimi esperti di blockchain: «Con questa tecnologia si possono fare affari con un partner situato in qualsiasi parte del pianeta e scambiare qualsiasi risorsa con qualsiasi dimensione di transazione e non si ha bisogno di un intermediario, assicurandoci che entrambi seguano quello che hanno promesso di fare. Nella blockchain, e negli smart contract in particolare, è tutto ex ante, dobbiamo stabilire tutte le regole: possiamo avere per la prima volta, in tutta sicurezza, un coordinamento senza centralizzazione».

Tutto il contrario di quello che ha in mente l'Italia, ancorata all'idea del dato centralizzato su un cloud di Stato. Non senza problemi, come spiega il professore di Digital Innovation presso la London School of Economics, Carsten Sorensen: «Una tecnologia fisicamente centralizzata e gestita da un'autorità centrale potrebbe essere un'alternativa efficace. Tuttavia, il problema consisterebbe nell'identificare chi ne sarebbe responsabile, se tutte le parti sarebbero d'accordo, così come lo sforzo significativo di costruire un'istituzione completamente nuova solo per questo scopo».

Per il direttore del Centro Studi Fiscal Focus Antonio Gigliotti «una semplificazione di tale portata sarebbe un grande passo in avanti per le pmi che esportano, visto che il costo medio in consulenze è il 30% di quanto versato all'erario».

D'accordo anche il presidente di Confartigianato Lombardia e vicepresidente nazionale vicario Eugenio Massetti: «Si rimettano al centro della ripresa l'artigianato e le piccole imprese».

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