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E comunque vada sarà un insuccesso

Comunque vada sarà un insuccesso. Il vento del referendum agita le acque del Movimento 5 Stelle. Ed è un paradosso, dato che la consultazione è stata fortemente voluta proprio da loro

E comunque vada sarà un insuccesso

Comunque vada sarà un insuccesso. Il vento del referendum agita le acque del Movimento 5 Stelle. Ed è un paradosso, dato che la consultazione è stata fortemente voluta proprio da loro. La tensione tra i grillini è dimostrata con evidenza dall'idea di sanzionare i deputati che voteranno contro il taglio delle poltrone. Un'idea che, oltre ad essere incostituzionale (l'articolo 67 della Costituzione specifica che «Ogni membro del parlamento rappresenta la nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato») smaschera l'isteria di un Movimento che si trova puntualmente a smentire le posizioni prese in precedenza. Ma i guai potrebbero continuare anche se le cose dovessero andare secondo i loro piani. Se dovesse vincere il No - contrariamente a tutte le previsioni e a tutti i sondaggi -, sarebbe, come è ovvio, un clamoroso autogoal per le truppe pentastellate, che escono già con le ossa rotte e i voti in calo dopo due anni di governo prima con la Lega e poi il tanto vituperato Partito Democratico. Ma qualora dovesse trionfare il Sì le condizioni del Movimento potrebbero non migliorare. La mastodontica sforbiciata ai parlamentari è una delle ragioni sociali della nascita del grillismo stesso. È la rappresentazione politica ed elettorale dell'odio verso la casta, di quel (ri)sentimento antipolitico che per un decennio ha gonfiato le vele del vascello grillino. Vento che è stato uragano e ora pare ridotto a refolo, ma che continua a mietere successo tra ampi strati elettorali. Tuttavia se dovessero vincere le ragioni del Sì i Cinque Stelle si troverebbero sì sul momento vincitori, ma poi disarmati. Con in mano la pistola scarica dell'antipolitica, senza più l'ormai archeologica scatoletta di tonno da aprire. I grillini sono nati, per loro stessa ammissione, come un movimento di scopo, raggiunto il quale hanno ben poco da dire. Avevano quei due o tre progetti da portare a termine e in qualche modo, sciaguratamente, lo hanno fatto o si sono convinti di averlo fatto: dal taglio dei vitalizi al reddito di cittadinanza, fino ad arrivare alla diminuzione del numero dei parlamentari. Utilizzate tutte le cartucce a disposizione e senza una cultura politica alle spalle, il Movimento 5 Stelle rischia di diventare ancor di più uno scatolone vuoto, privo di idee. Con una casta quasi dimezzata, i primi a restare senza lavoro rischiano di essere proprio gli anticasta.

Beh, potranno sempre consolarsi chiedendo il reddito di cittadinanza.

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