Coronavirus

E per entrare in Sardegna ci vorrà un test negativo

Casi in salita per la sesta settimana: ieri altri 1.616. Rezza: "L’epidemia peggiora: rispettare le regole"

E per entrare in Sardegna ci vorrà un test negativo

Da lunedì chi è diretto in Sardegna potrà entrare nell’isola solo con tampone negativo. L’ordinanza del governatore Christian Solinas invita chi arriva a presentare i risultati del test e non lascia scelta a chi non ha l’esito all’imbarco, che dovrà eseguire gli esami nelle Asl della regione e aspettare l’esito in isolamento fiduciario. Intanto i casi nel resto d’Italia continuano a salire per la sesta settimana consecutiva, con 691 nuovi focolai e un indice Rt calcolato su casi sintomatici - che quindi potrebbe sottostimare la reale trasmissione del virus a livello nazionale - che ha toccato quota 1,4. Il report settimanale curato dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità registra un lento e progressivo peggioramento dell’epidemia. Anche ieri i nuovi casi sono saliti: se ne sono registrati 1.616, a fronte di 98.880 tamponi effettuati (4.694 in più rispetto a giovedì). Undici persone sono state ricoverate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore (175 in totale) e i morti sono stati 10. Gli occhi degli esperti sono puntati sui focolai (2.280 quelli attivi), anche di dimensioni rilevanti, spesso associati ad attività ricreative che comportano assembramenti e violazioni delle regole di distanziamento fisico sia sul territorio nazionale che all’estero. Anche se Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, segnala che stanno diminuendo i cluster causati dai rientri dalle aree turistiche. Nelle ultime settimane si sta registrando una trasmissione locale dalla popolazione più giovane a quella più fragile o anziana, soprattutto all’interno della famiglia, che si riflette anche in un maggiore impegno dei servizi ospedalieri. Rimane fondamentale, per l’Iss, che la popolazione sia consapevole che la situazione epidemiologica sta peggiorando - anche se il numero di nuovi casi di infezione rimane nel complesso inferiore rispetto a quello di altri paesi europei - e continui a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione del virus. «È essenziale - si legge nel report - mantenere elevata l’attenzione e rafforzare le attività di contact tracing in modo da identificare precocemente tutti i potenziali focolai di trasmissione per controllare l’epidemia». Importante anche rispettare i provvedimenti di quarantena e le altre misure raccomandate dalla autorità sanitarie. Per il momento non ci sono segnali di sovraccarico del sistema sanitario nazionale, ma il trend potrebbe tradursi in breve in un maggiore impegno. Rispetto alle due settimane di monitoraggio precedenti in tutte le regioni c’è stato un aumento dei ricoveri, anche di quelli in terapia intensiva.

Dieci regioni hanno riportato un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente, che non può essere attribuito unicamente ad un aumento di contagi importati dall’estero.

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