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E la fattura elettronica è già diventata una tassa

I commercialisti non la compilano gratis, chi è obbligato a emetterla scarica il costo sui clienti

E la fattura elettronica è già diventata una tassa

Roma - Un servizio aggiuntivo che il cliente paga, anche se non sa bene perché. Tra gli intoppi della fattura elettronica non poteva mancare lo scarico sui consumatori del costo del nuovo adempimento. Le segnalazioni circolano da tempo in rete e ieri il Gazzettino di Venezia è entrato nello specifico e ha dato conto di più casi di benzinai che stanno chiedendo ai clienti una cifra extra nel caso in cui richiedano fattura, che è elettronica per forza. Non uno sol caso, ma un epidemia. C'è chi chiede un euro, tariffa fai da te più diffusa tra gli esercenti, chi si limita a 50 centesimi, ma anche chi ha chiesto ai clienti due euro per il disturbo.

Fai da te nordestino per fare fronte all'ennesimo adempimento fiscale. La fattura elettronica per le grandi aziende può essere solo un costo in più da mettere a bilancio, per un commerciante o un artigiano significa sottrarre tempo al lavoro. «Ce lo vedi un piccolo allevatore o un falegname delle nostre parti mettersi al computer e compilare il modulo per ogni vendita? Semplicemente aumenterà il nero», spiega un artigiano trentino.

Le piccole aziende segnalano da tempo i problemi legati all'avvio della fattura elettronica. Anche dai commercialisti è arrivato l'allarme. «Il momento più difficile sarà da inizio febbraio», ha spiegato il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Massimo Miani ad un recente forum dedicato alla e-fattura. «Stiamo migliorando, la struttura pubblica tiene, ma sul campo ci sono grossi problemi - ha rincarato il Consigliere delegato per la Fiscalità Maurizio Postal -: le attività commerciali, gli hardware sui territori sono sotto stress».

Ma tra i costi extra che sta comportando l'avvio della e-fattura c'è anche quello dei professionisti. Commercialisti e ragionieri arrivano a chiedere 100 euro extra per compilare le fatture elettroniche.

Dall'inizio del mese la protesta è arrivata anche sui social media. «Il Commercialista chiede (giustamente) ad artigiani suoi clienti un compenso (14, tanto o poco? Non so) per emettere per loro conto le fatture elettroniche. Artigiani si lamentano del costo. Commercialista: fate più nero», twitta Dario Stevanato, professore di Diritto tributario. Mirko posta la foto di uno scontrino non fiscale con scritto a penna «Inviare fattura elettronica». E spiega: «Siamo appena usciti dal locale dove pranziamo, ecco cosa si ottiene con la fattura elettronica: lo scontrino non valido a fini fiscali e una promessa con stretta di mano. Tranquillo, più avanti ti mando la fattura. Forse».

Braccio aggiunge un aneddoto: «Ristoratore col sistema impallato per il cliente precedente. Mi guarda con una punta di panico: anche a lei serve la #FatturaElettronica?. Io: guardi, mi hanno fatto talmente girare i coglioni che non voglio nemmeno lo scontrino.

Stretta di mano, sipario».

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