E il giglio magico grillino piazza la bandierina al Csm

Eletto per M5s il costituzionalista fiorentino Donati Dopo Conte, un altro giurista legato a Bonafede

E il giglio magico grillino piazza la bandierina al Csm

Domenico Di Sanzo

Da vocalist nelle discoteche di Mazara del Vallo, così raccontano gli amici siciliani, a centro di gravità permanente delle nomine grilline sulla giustizia. Per Alfonso Bonafede il passo è stato breve. Dalla provincia di Trapani a Firenze, dove si è laureato e ha messo in piedi un piccolo «Giglio magico» grillino che ha già espresso un presidente del Consiglio e uno degli otto membri laici del Consiglio Superiore della Magistratura. I fiorentini eletti dal Parlamento giovedì come componenti non togati del Csm sono due: David Ermini e Filippo Donati.

Il primo è un deputato del Pd, nato a Figline Valdarno in provincia di Firenze, renziano di stretta osservanza. Il secondo è un professore di Diritto Costituzionale all'ateneo del capoluogo toscano. Le contraddizioni di Donati non sono poche. Conosce personalmente il Guardasigilli Alfonso Bonafede, a sua volta in passato assistente gratuito del premier Conte nella stessa università, ed è stato indicato dal Movimento Cinque Stelle nel ruolo di membro del Csm. Allo stesso tempo, ha sostenuto il Sì al referendum costituzionale di Renzi nel 2016. Donati ha fatto parte di uno dei quattro comitati cittadini per il Sì, e ha collaborato con la scuola di formazione politica Eunomia, fondata dal sindaco renziano di Firenze Dario Nardella.

Lo scouting fiorentino di Bonafede sta facendo arrabbiare più di un parlamentare del Movimento Cinque Stelle. Per non parlare della «base» inferocita nella città gigliata. E, cosa che accade raramente tra i grillini, il deputato Andrea Colletti ha espresso pubblicamente il suo dissenso. Lo ha fatto con un post su Facebook: «Noto con (dis)piacere - ha scritto - che almeno due nomi provengono da Firenze, come avveniva nei vecchi metodi della consorteria toscana di Renzi e Company». Continua Colletti, parlamentare entrato nell'orbita della dissidenza M5s «tale nome me lo sarei aspettato da uno dei sodali di Renzi, vorrei proprio sapere chi ha fatto questi nomi e con quali criteri». Non ci vuole molto a capire l'identità dell'autore della cooptazione di Donati. Lo stesso che ha chiamato Giuseppe Conte e ha fatto da sponsor all'avvocato Luca Lanzalone: Alfonso Bonafede. L'avvocato siciliano, a quanto si racconta nel M5s, ha potere assoluto nelle indicazioni per quanto riguarda la Giustizia, con Di Maio che si limita a ratificare.

Non è un caso che tra i nomi messi al vaglio di Rousseau per il Csm c'era anche un altro avvocato rigorosamente fiorentino. Si tratta di Edoardo Chiti, piazzatosi ultimo nella votazione interna, ordinario di Diritto Amministrativo all'Università della Tuscia di Viterbo, e titolare di uno studio legale a Firenze. Lo studio Chiti ha anche una sede a Roma, negli uffici di Guido Alpa, luminare del diritto amministrativo e mentore accademico del premier Conte.

Tra gli eletti grillini al Csm c'è Alberto Maria Benedetti.

Genovese come Grillo e socio esterno dello studio Carbone e D'Angelo: gli avvocati nominati dal Tribunale di Genova per difendere il curatore della vecchia associazione del M5s, quindi in contrapposizione con il comico. Misteri della cooptazione a Cinque Stelle.

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