Roma Un'ora e mezza con Matteo Renzi, compreso pranzo a Palazzo Chigi. Mezz'oretta scarsa con i presidenti di Camera e Senato, («tante cose da dicutere, ma poco tempo», si è lamentata Laura Boldrini). Qualche decina di minuti in più con il presidente della Repubblica Mattarella. Tre quarti d'ora abbondanti con Giorgio Napolitano nel suo ufficio del Senato, con tanto di foto sul terrazzo. Quello di ieri, più che l'incontro di pace tra il presidente della Commissione europea e il premier italiano dopo tre mesi di reciproche bordate, è sembrato un omaggio di Jean-Claude Juncker al presidente emerito. «Sono vecchi amici e Napolitano non viaggia», spiegavano qualche giorno fa da Bruxelles.Possibile. Ma tutti si aspettavano un profilo basso per il fuori programma, visti i rapporti tesi tra tutti i protagonisti della commedia. Renzi e Juncker ai ferri corti praticamente da quando si è insediato il nuovo governo europeo. Napolitano e Renzi su fronti opposti, in particolare da quando è ufficialmente calato il gelo tra l'ex premier Mario Monti e il presidente del Consiglio in carica. Lo stesso ex presidente della Repubblica è stato individuato dal centrodestra come il protagonista della fine del governo Berlusconi quindi dell'insediamento dei due esecutivi successivi. Molto graditi a Bruxelles, a differenza di quello in carica a guida Pd.Incurante delle controindicazioni, il presidente dell'esecutivo europeo ha dedicato l'unico tweet in italiano della giornata proprio a Napolitano. «Con il mio caro amico Napolitano. Sempre vivo il suo grande spirito europeo». Come minimo, nostalgia dei tempi passati. Quando l'Italia non usciva così spesso dai binari europei. Oppure un omaggio sincero di Juncker all'amico europeista senza macchia. A Renzi Juncker ha dedicato un tweet più istituzionale in inglese. Anche lui «amico» ma senza tanta passione. Gli umori europei si capiscono dai dettagli. Ed è facile interpretare la missione romana di Juncker come la conferma di una reciproca antipatia che sarà difficile superare.Un segnale su tutti: in prima fila nel salone di Palazzo Chigi dove ieri Renzi e Juncker hanno illustrato i temi dell'incontro c'era Martin Selmayr, capo di gabinetto del presidente della Commissione. Presenza non scontata. A suo carico pende una richiesta di dimissioni ufficiosamente arrivata dal governo italiano. Notizia riportata da diverse ricostruzioni giornalistiche. Di sicuro c'è un'interrogazione del gruppo democratico all'europarlamento.
Accusato, in quanto tedesco, di connivenza con il nemico e di fare trapelare le valutazioni Ue sull'Italia. Un'esagerazione. Ma anche Selmayr preferisce Napolitano. Tanto da dedicargli l'unico tweet diretto della sua visita in Italia: «Un onore».AnS- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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