È il bicameralismo, bellezza. Il governo si sbaglia alla Camera sull'ecotassa e annuncia che si correggerà al Senato. Ma la retromarcia sugli incentivi per le auto «verdi» e gli aggravi per quelle inquinanti, fortemente voluti dal M5s, è solo il penultimo segnale delle clamorose contraddizioni tra Lega e Movimento.
Perché se Matteo Salvini si oppone all'ecotassa, Luigi Di Maio risponde che il taglio sulle pensioni d'oro, che il Carroccio maldigerisce, non sarà del 25% ma del 40%. Insomma, volano gli stracci.
Le cose vanno così. Dopo le proteste di produttori, consumatori e opposizioni, il vicepremier leghista di prima mattina annuncia il suo stop, dicendosi «assolutamente contrario a ogni ipotesi di nuova tassa su beni già ipertassati». Preannuncia modifiche al Senato e, per la prima volta, si spinge oltre: «Il contratto di governo di maggio scorso magari a settembre 2020 va ritarato».
Il grillino Di Maio mastica amaro, anche perché l'ecotassa «è nel contratto di governo», segnala il sottosegretario all'Economia Laura Castelli. Ma il vicepremier deve far fronte a chi denuncia che sarà una penale per le famiglie meno abbienti e le loro utilitarie, così prende tempo e annuncia un tavolo tecnico al ministero dello Sviluppo, con costruttori e associazioni dei consumatori per lunedì. Anche lui parla di «migliorare la norma al Senato» e spiega che non ci saranno tasse sulle auto in circolazione. Prepara la contromossa sulle pensioni d'oro.
Il quadro fa dire a Silvio Berlusconi che «quest'alleanza innaturale è ormai agli sgoccioli». A palazzo Grazioli incontra il neocommissario della Puglia Mauro D'Attis, il vice Dario Damiani e gli eletti in regione e sottolinea: «Il Sud è il luogo nel quale si consumano le contraddizioni del governo gialloverde». Poi ricorda «l'irresponsabilità di governo e regione» sui casi Ilva e Tap. «Il disastro - dice- è stato evitato solo perché i 5 stelle sono stati costretti a rinnegare le loro irresponsabili promesse elettorali». Ora, però, ci risiamo su ecotassa e pensioni, con Lega e M5s costretti a fare il passo indietro e decisi a far pagare la figuraccia all'alleato di governo. Sulla questione auto le voci nel M5s sono discordati e la Castelli sostiene che il governo non eliminerà la tassa.
Dal vertice sulla manovra a Palazzo Chigi Di Maio esce dicendo: «Non c'è nessuna tassa sulle auto che comprano le famiglie. Lunedì lavoreremo per migliorare la norma». Poi aggiunge: «Nessuno scontro con la Lega, siamo d'accordo». Salvini è già andato via quando fa un altro annuncio, che suona come una ritorsione: «Il taglio delle pensioni d'oro entrerà nella legge di bilancio al Senato la settimana prossima e passiamo dal 25% al 40%».
In questo clima il governo tratta con l'Ue sulla manovra. «Ma non è negoziando mezzo punto in più che risolveremo i problemi», avverte il Cav.
Per lui, l'esecutivo è al capolinea e serve un cambiamento per «salvare la credibilità italiana, il risparmio dei cittadini, le speranze delle nuove generazioni alla ricerca di lavoro e opportunità». Il reddito di cittadinanza, spiega Berlusconi, arriverà a pochi, «perché i soldi non ci sono». Fi si prepara alle amministrative e per il leader non servono primarie per selezionare i candidati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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